Torna “Ai lov dis gheim”, ovvero
la versione di Gianni (Corsolini)

Appuntamento settimanale con la rubrica più longeva del quotidiano La Provincia

Secondo il parere dei saccenti di oggi, gli over 75 e oltre non sono propositivi per il Pil e forse nemmeno per l’appeal. Mia moglie Mara e io, 83 ed 87 anni, siamo quindi degli egoisti visto che usufruiamo della salute e della pensione eppure pensiamo al futuro o, come si sostiene oggi, alla visione.

Di che cosa si tratta? Il prossimo anno siamo pronti a festeggiare il 60° anno di matrimonio e una volta ultimato a vedere inaugurato il palasport di Cantù. È un’esagerazione? Noi ci pensiamo, anche in questo momento di dominio del coronavirus.

Mentre registriamo l’elezione di Biden, aspettando le cause annunciate da Trump, spero che le celebrazioni non generino lotte, purtroppo normali in un quadro di grandi disuguaglianze.

Dopo un quadriennio di suprematismo da parte di un uomo sostenuto da lobby e dalla mafie di tutto il mondo (anche quella russa?), di derisione e considerazione verso le donne da Medioevo, il mondo ha bisogno di un’America con un nuovo equilibrio e relazioni pacificate con gli altri continenti.

Il coronavirus sta offrendo un titolo, non voluto, alla Pallacanestro Cantù per il numero dei contagi e rinvii subiti di turni di campionato. D’altro canto il mondo di oggi accredita allo sport professionistico l’immunità dalla pandemia mentre sappiamo che nei numeri sbandierati dalle televisioni delle persone contagiate ci sono anche i nostri atleti.

Nella Lega di A2 è aperto il dibattito fra la società che vorrebbero fermarsi subito perché le positività dei giocatori, senza isolamento del gruppo, provocano solo la diffusione del virus fra le altre squadre.

Nella nostra Italia, abbiamo riscontrato gli interventi del Circo Barnum, alias scrittori, giornalisti, politici, fancazzisti che si sono prodigati durante l’estate al rispetto della libertà delle persone, negando l’esistenza della pandemia quindi “tutti al mare con l’Enal, tanto che problema c’è?”.

Adesso con la seconda ondata, gli stessi personaggi intervengono asserendo: «Noi non abbiamo mai detto che bisognava avere una vita pubblica. Piuttosto il governo non ha previsto, non si è preparato all’ondata settembrina. Roba da dilettanti allo sbaraglio. Il governo è incapace, ha sostituito i migranti con altri problemi».

Io da ultimo cittadino che ama ancora il proprio Paese mi chiedo: «Non li abbiamo votati noi?», e visto che discutiamo della situazione attuale sostengo che dobbiamo pensare al futuro, non trascurando le richieste sociali che ogni giorno vengono a galla e certo dobbiamo affrontare il presente.

In tema di rimborsi, l’auspicio è che la macchina organizzativa dello stato li faccia arrivare subito a coloro che ne hanno diritto, senza ironizzare su ciò che è essenziale. Anche pancia e istinto a volte parlano correttamente delle nostre istanze.

Auspico che possiamo ancora mantenere nel nostro orizzonte cultura e pensiero scientifico, con il corredo di un sapiente sguardo critico.

La tecnologia ci offre Internet e ci offre ampi spazi per la comunicazione. Eppure siamo riusciti a fare della rete una fogna. Malauguratamente seguita ed amata dai giovani nei risvolti peggiori. Non dimentichiamoci di offrire ai giovani anche altre possibilità.

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