Troppe partite perse alla fine
Quanti rimpianti per Cantù

Sarebbero bastati un paio di successi in una di queste sfide e Cantù sarebbe salva, o quasi. Invece no

Rimpianti: sono almeno cinque le partite in cui Cantù ha avuto la concreta possibilità di vincere, ma ha sprecato l’occasione per farlo. Sarebbero bastati un paio di successi in una di queste sfide e Cantù sarebbe salva, o quasi. Invece no, c’è una strada in salita da percorrere nelle ultime due partite.

Cinque partite, si diceva, concluse al rush finale, e spesso con Cantù in vantaggio. La prima risale all’andata, a Trento, con la sconfitta di 1 punto a Trento: 74-73 a favore dell’Aquila, allora allenata da Brienza. Una settimana dopo, il destino si abbatte ancora su Cantù nel match a Desio contro Brescia: 89-93 per la Germani, con la sensazione netta di aver buttato via due punti. Non è nell’elenco, ma pure il ko di 13 punti interno contro la Fortitudo grida vendetta: i bolognesi erano privi di cinque titolari. Anche in quel caso, si parlò di occasione sprecata.

Ma sono le partite nel girone di ritorno, già sotto la gestione di coach Bucchi, a rendere il quadro amarissimo. Trasferta a Trieste, il 7 marzo: Cantù spadroneggia, ma nell’ultimo quarto si perde. Negli ultimi 2’ succede di tutto: tiri scriteriati, difesa in bambola ed errori banali consentono a Trieste di ribaltare il risultato nel finale, vincendo 82-79.

Fino alle due sconfitte per un solo punto in sette giorni. Brucia ancora il ko con Trento (75-76) condizionato anche dall’episodio del tiro da 3, poi assegnato da 2, di Leunen, fino alla sconfitta interna contro Reggio Emilia, maturata sul canestro più libero di Taylor se sul ferro colpito da Gaines nell’ultimo disperato tentativo sulla sirena. Non c’è che dire: per Cantù, questa è la stagione delle occasioni mancate.

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