Bazarevich non fa mistero
«Cantù, sono preoccupato»

L’allenatore dell’Acqua Vitasnella confessa di essere alle prese con problemi di non semplice soluzione.

Sin dal suo arrivo a Cantù, lei aveva indicato nella difesa il punto debole della squadra. Intanto sono arrivati diversi nuovi giocatori, ma il problema non è stato risolto.

«Vero che c’è un sistema difensivo innanzitutto da apprendere e poi da imparare da parte di ogni nuovo giocatore che arriva e questa è senza dubbio una delle ragioni per cui subiamo così tanto. Ma al contempo, tale incomprensione è pure una scusa ai quali i giocatori si aggrappano. A mio avviso a questo aspetto si può comunque ovviare con l’intensità e l’applicazione individuale. E questo non avviene».

Ora lei ha una squadra individualmente più forte di quella di quando è arrivato però ha anche meno tempo per lavorare poiché siamo già nel girone di ritorno e non rimangono molte partite per raggiungere l’obiettivo dichiarato dei playoff. È preoccupato di dover assemblare una squadra potenzialmente di qualità ma di doverlo fare in tempi ristrettissimi?

«Sì, sono preoccupato perché in effetti questa mia Cantù è come fosse ancora in preseason. Su certi fondamentali è chiaro preferirei avere basi più consistenti e non nascondo che talvolta mi interrogo dicendomi “ma come può funzionare una cosa così?”. Inoltre, è vero che disponiamo di maggior qualità ma rimaniamo però ancora abbastanza corti perché la panchina non è così profonda. Sinceramente, non è facile e ammetto di essere un po’ preoccupato».

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola domenica 24 gennaio

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