Bazarevich «Quando si vince
il coach è sempre un genio...»

Intervista con il nuovo coach della Pallacanestro Cantù che ha esordito con il successo contro Pesaro.

BASKET

Più tranquillo non poteva essere il debutto di Sergey Bazarevich nel campionato italiano, sulla panchina di Cantù e al Pianella. La vittoria sulla Consultinvest Pesaro non è mai stata in discussione, grazie ad una prova corale dell’Acqua Vitasnella.

La soddisfazione di Bazarevich è confermata dal sorriso con il quale inizia il commento del dopo gara: «Sono contento di avere vinto questa mia partita d’esordio, lo sono per me, per i giocatori e per il pubblico, fantastico: mi è piaciuta molto l’atmosfera del palazzetto. Come avevo già detto nella conferenza al mio arrivo, qui a Cantù tutto è leggenda, solo qui mi può capitare di vedere uno come Marzorati ad assistere al mio primo allenamento».”

Bazarevich ha visto soprattutto «una squadra che ha lottato sempre in difesa, tranne il rilassamento negli ultimi minuti, comprensibile visto il largo vantaggio. E questa era la prima cosa, difendere con aggressività, che avevo chiesto ai giocatori».

Il buon senso e la simpatia del coach russo emergono del tutto quando gli viene chiesto che cosa può portare il suo arrivo al basket italiano: «La pallacanestro italiana è così più grande di me - sbuffa con un altro sorriso - che posso solo dire che credo nel lavoro e con esso spero di poter fare qualcosa di buono. Le scelte tattiche contro Daye e la coppia Johnson-Tessitori? Quando si vince il coach è sempre un genio che ha azzeccato le mosse, lo è molto meno quando si perde».

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