Bechi: «Cantù e il Pianella
sono patrimonio del basket»

Intervista con Luca Bechi, l’allenatore della Manital Torino che sabato sera affronterà a Cucciago l’Acqua Vitasnella.

«Ci sono partite che non si dimenticano. Che ti restano appiccicate addosso oltre che ben impresse nella mente. E questa alla quale allude è appunto una di quelle».

Luca Bechi, sono sue queste parole, era l’allenatore dell’Angelico Biella che nel dicembre 2006 - da non crederci, sono ormai già trascorsi quasi 9 anni - si rese autrice di una strepitosa remuntada al Pianella: sotto di 18 lunghezze (91-73) a 3’ dal termine, la sua squadra riuscì incredibilmente a portare il match al supplementare per poi aggiudicarselo.

Coach, per lei il Pianella è soprattutto quell’indimenticabile ninnolo?

«Rispondessi affermativamente farei un torto a un campo storico, dove metter piede è sempre un’emozione. Se Cantù, intesa nella sua accezione più ampia, è patrimonio del basket in generale, il Pianella lo è in particolare. Qualche volta lì ho vinto, molto più spesso ne sono uscito sconfitto. Ambiente caldo e rumoroso, ma tifo sempre corretto. E io ne ho molto rispetto».

Sabato vi farà ritorno guardando l’Acqua Vitasnella dall’alto.

«Lasciamo perdere certi discorsi. È prematuro addentrarsi ora in ragionamenti inerenti la classifica. Per capire bisogna attendere almeno 7-8 giornate. Diciamo un quarto del campionato».

Mettiamola così, allora: Cantù se l’è sempre giocata sinora ma poi ha sempre perso, mentre voi siete stati ribaltati due volte in casa da Reggio e Venezia ma l’avete spuntata a Caserta.

«Ribadisco, non mi permetto ancora di giudicare i nostri prossimi avversari, ma mi sembra di aver visto a Reggio uno spirito positivo di chi combatte e vuol lottare. Poi è andata male, ma quest’anno far risultato al PalaBigi sarà difficile per chiunque. Quanto a noi, aver strappato due punti in casa di una rivale diretta quale Caserta è senza dubbio molto importante».

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola giovedì 22 ottobre

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