Arrigoni si prende il Como in spalla
«Abbiamo dato un segnale chiaro»

Parla il match winner della gara con la Carrarese: «Squadre più forti non ce ne sono. Siamo un gruppo unito e Gattuso ci ha portato più serenità. I miei gol? Non mi pongo limiti».

«Solo negli ultimi tre anni ho cominciato a segnare, prima non mi capitava mai..». Il Como, dunque, ha preso Tommaso Arrigoni nel momento giusto. Perchè i suoi gol, finora due, sono stati preziosissimi. Il primo, contro la Juve Under 23, ha dato il la alla vittoria contro uno degli avversari più forti. Il secondo ha deciso la gara di domenica contro la Carrarese. Guardare la classifica per credere, Juve e Carrarese sono dietro al Como esattamente di tre punti.

«Sabato abbiamo dato un segnale molto chiaro al campionato», dice il centrocampista. Che non si è fatto certamente problemi se nelle ultime gare con Gattuso ha cominciato dalla panchina. «Dopo il Covid è andata così, io sono stato fermo un po’ di più ed è entrato H’Maidat che sta facendo bene. Ci sta, l’importante è riuscire a dare comunque un contributo, quello che conta è il risultato di squadra».

E che contributo, peraltro. «Siamo una squadra forte, un gruppo unito. E Gattuso ci ha portato più serenità. Lavoriamo anche di più». La maggiore serenità serve, ma non è l’unica cosa che sta facendo la differenza. «Il mister ci sta chiedendo anche cose diverse rispetto a prima», e nel suo caso è stato evidente, in tutte e tre le occasioni in cui è subentrato, che gli sia stato chiesto di essere più aggressivo, di giocare un po’ più avanzato.

«Sono state tre partite diverse, nelle due occasioni precedenti a Sesto e a Pontedera siamo passati a un centrocampo a tre, un cambiamento necessario per come si erano evolute le partite. Ma la richiesta sì, è stata proprio quella di aggredire un po’ più avanti, di accorciare sul portatore di palla. Del resto giocare da mezzala è più congeniale alle mie caratteristiche di quanto fosse fare il mediano. Anche se mi adatto a qualsiasi posizione».

Se questo sia il prologo a un cambio di modulo lo vedremo, «per ora c’è stato poco tempo per lavorare tatticamente, ma già la settimana scorsa con qualche giorno in più abbiamo provato ad aggiungere qualche novità in più».

E la gara con la Carrarese «avrebbe potuto finire in qualsiasi modo, è stata una bella partita anche per questo. Giocare contro le squadre forti però, se guardiamo come è andata fin dall’inizio, per noi è sempre meglio».

Ma c’è, secondo Arrigoni, in questo girone una squadra veramente più forte del Como? «No. Io non ho ancora visto una squadra più forte di noi, nel senso che ci sono sicuramente avversari al nostro livello, ma non in grado di metterci sotto, di sovrastarci nettamente. Leviamo la giornata con il Lecco, che va valutata però in maniera diversa, una domenica nerissima. Ma non perchè loro fossero nettamente più forti di noi. E anche a livello individuale, siamo al massimo livello di confronto con i giocatori più forti del girone».

Che cosa significhi questo, in termini di obiettivi, «ce lo teniamo all’interno dello spogliatoio. Intanto pensiamo al Grosseto, che per certi versi può essere una partita più insidiosa di quella di domenica scorsa. È una squadra neopromossa, giovane, più spensierata delle squadre che stanno in alto. Una partita più difficile da preparare di uno scontro diretto, che viceversa si prepara da solo. Ma noi sappiamo bene cosa dobbiamo fare».

In quanto ai suoi gol, «non mi pongo limiti, anche se non è la mia caratteristica. A me ne bastano pochi», ma possibilmente buoni.

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