Cicconi: «Quei miei gol
li ha chiesti papà»

Il centrocampista del Como ha realizzato una doppietta a Grosseto, dove suo padre giocò mezza stagione senza mai segnare.

Era anche una richiesta di papà Massimo. Che nel 2004 giocò mezza stagione nel Grosseto - con lo stesso allenatore che guida il Grosseto oggi, Luciano Magrini -, conquistò la promozione in C1 ma non riuscì a segnare nemmeno un gol.

«Ci teneva che ci riuscissi almeno io a fare gol proprio su quel campo», racconta Manuel Cicconi. Che per non sbagliare ne ha fatti due. Dedicati però, più che a papà, a sè stesso, e al Como. «Mi sarebbe davvero un po’ scocciato arrivare a Natale senza aver segnato nemmeno una volta, era da qualche partita che ci stavo pensando, e che cercavo di riuscirci».

Anche perché per Cicconi il gol fino a ieri era un ricordo sempre più lontano: l’anno scorso con l’Entella non giocò quasi mai nel girone di andata e una volta arrivato a Como a gennaio non ci fu praticamente il tempo. «Era tanto, sì. Dalla serie D». Anche se questi non sono i suoi primi gol nei professionisti, «segnai all’esordio in C con Gallo, contro l’Arezzo. Era un 23 dicembre, siamo quasi all’anniversario, sono già passati quattro anni...».

Ma questa è un’altra cosa, il Como adesso sta davvero giocando per altri traguardi, anche grazie a quest’ultima vittoria. «Sì, ed è anche giusto che a questo punto le aspettative si alzino, che si pensi all’idea di poter vincere il campionato. È un’occasione che dobbiamo cercare di sfruttare. Diciamolo, rispetto agli altri due gironi della C in questo la competizione è minore. È sempre difficile, ovvio. Ma si può pensare di provarci».

Che ci sia aria nuova in squadra lo si vede, «giochiamo più spensierati, curiamo di più la fase offensiva, cerchiamo di pressare più alti. A livello tattico non ci sono state rivoluzioni, è l’atteggiamento a essere diverso».

Vero è, però, che in queste ultime due gare abbia reso tanto il sistema con l’unica punta e i tre trequartisti, «a me piace di più giocare così, anche perchè abbiamo i giocatori per riuscire a farlo. E in questo modo riusciamo a essere in numero superiore dentro l’area quando serve, siamo meno costretti a stare larghi, io stesso riesco a entrare molto di più. Così come si può fare anche con le due punte non in linea, un 4-4-1-1. Credo che per le nostre caratteristiche siano sistemi più adatti».

C’è stata però anche una crescita individuale di qualche giocatore, per esempio lui. Che spesso ha reso di più subentrando che giocando dall’inizio. A Grosseto invece... «ma ancora adesso, lo abbiamo visto con la Carrarese per esempio, chi sta in panchina quando entra aiuta tanto. Anche questa può essere la nostra forza».

Il suo rapporto con Gattuso è cominciato in un certo senso da bambino, «lo ricordo anche come allenatore di mio papà, in serie D, come allenatore del Novara quando io giocavo nelle giovanili. In comune abbiamo l’appartenenza, il sangue comasco, qualcosa che sentiamo molto e che riesce sempre a trasmetterci. Voglio però ringraziare anche mister Banchini, se sono qui lo devo tanto anche a lui, ed è giusto riconoscerlo».

Già, perché quasi ci si dimentica che Manuel è un giocatore del Como solo in prestito, dall’Entella. «A volte me lo dimentico anch’io... Adesso pensiamo a vincere, poi vedremo come andrà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA