Como, ci il...Ludi
«Godiamocela»

Alla fine del calcio mercato, non c’è appuntamento più scontato che quattro chiacchiere con il dg, che questa squadra ha assemblato

Carlalberto Ludi è una sfinge. Guarda fisso il campo senza lasciarsi scappare un tic di ottimismo, compiacenza, o viceversa preoccupazione e prudenza. Eppure, se un sorriso appena appena fa breccia sul suo viso di freddo manager americano, allora ti sembra di vedere la soluzione: questa squadra lo intriga, e non solo perché l’ha costruita lui. Questa squadra gli piace, e come l’ultimo dei tifosi conta i giorni che mancano per rivederla all’opera. Alla fine del calcio mercato, non c’è appuntamento più scontato che quattro chiacchiere con il dg (ma pure uomo mercato), che questa squadra ha assemblato, per introdurre la settimana che ci porta al debutto in casa, sabato contro l’Ascoli.

Giù la maschera Ludi. Questa squadra vale più della salvezza.

Sono disposto a sparare a chi lo dice. L’obiettivo della società è il mantenimento della categoria, il consolidamento in un campionato difficile ed equilibrato. Piccoli passi, fatti con umiltà ma non senza ambizioni. Deve essere il nostro mantra. Umili e ambiziosi.

Ok, obiettivo salvezza. Ma ci si può salvare anche a gennaio...

Accetto la battuta. Se capiterà, poi ci concentreremo su quello che potrà servire poi. Ma qui nessuno pensa a chissà che. Il campionato di serie B è il più imprevedibile di tutti. In C alla fine vincono le più forti, ma in B ogni anno almeno una delle squadre che partono per andare in A poi lottano per non andare giù. Calma e piedi per terra. Facciamo la nostra strada con consapevolezza.

Noi insistiamo. Questa squadra è forte.

Posso essere d’accordo, perché il mercato ha portato giocatori di qualità. Ma essere forti significa giocarci le nostre chance salvezza con qualche carta in più.

Doveva essere un mercato “straniero”, almeno così si diceva. Invece poi si è pescato dal mercato italiano.

La squadra di mercato è molto coesa e lavoriamo in meeting per il bene della squadra, non ci sono gare su chi sceglie chi. All’inizio abbiamo valutato il mercato straniero, ma alcuni discorsi si sono rivelati impossibili o poco organici. Si è così pensato a un maggior coinvolgimento del mercato italiano. Tutte scelte condivise e valutate da tutti. Con Wise si lavora molto bene, ha in testa il risultato non altro.

L’acquisto più importante?

Il coraggio. Nelle prime due partite ho visto un gruppo senza paura, che ha annullato i vantaggi delle avversarie non per caso, ma con consapevolezza. A Crotone, dopo il mancato 3-1 loro, una squadra normale avrebbe perso il filo. In campo, sento solo gente che si aiuta, che si fa coraggio, che ci crede. E se questa squadra avrà coraggio in campo potrà togliersi delle soddisfazioni. E po c’è un altro aspetto.

Quale?

È arrivata gente che ha fame. Ha fame di affermarsi, basta vedere un allenamento per rendersene conto.

Invece nelle prime due partite, al netto che sono state molto positive, l’impressione è che la squadra abbia giocato a sprazzi, che abbia avuto delle pause, che se avesse insistito avrebbe potuto addirittura vincere...

Di fronte ci sono anche gli avversari eh... e che avversari. Il Lecce è molto forte. Calma. Poi metteteci l’approccio con la nuova categoria e la partenza cercando di andare dove l’acqua è bassa. E ancora, è una squadra in parte nuova che deve conoscersi. Mi è piaciuto il fatto che abbiamo chiuso in attacco sia a Crotone che a Lecce, sintomo di personalità.

Lei ha sempre avuto grande fiducia in Gattuso, che sembra non aver patito il salto.

Gattuso è un bravo allenatore. Prima del Crotone era molto teso (ride,ndr) come suo carattere, ma già adesso lo vedo più rilassato. Su una cosa, posso sbilanciarmi: qui c’è già un gruppo validissimo, gente che ci crede, che si aiuta, che in allenamento dà tutto, e il merito è anche di Jack che sa come indirizzare gli sforzi per la causa della squadra. Non è un luogo comune, si respira il clima di un anno fa.

Come avete fatto a convincere Cerri e La Gumina?

I due ragazzi avevano legittimamente l’ambizione di andare in A e si erano posti un limite oltre il quale non andare. Una volta accettato di scendere di categoria, hanno scelto il Como convinti dal progetto. E in questo Wise ha saputo essere molto convincente. Io parlavo con le società, lui con i giocatori.

Cerri ha preso la scala per segnare il gol a Lecce...

Ho scherzato con Iovine: gli ho detto, che cross di m.... hai fatto? Un altro giocatore, quel pallone poteva prenderlo solo con le mani! Ma forse anche Iovi ha calcolato che lui era Cerri...

Un nome da cui si aspetta tanto.

Da tutti. Però voglio citare Varnier, che sta recuperando da un infortunio, e ha qualità eccezionali.

H’Maidat in B vola.

A Lecce è stato fantastico. Chajia? Avete visto che qualità? Lo conoscevamo, un anno all’estero gli ha fatto bene dal punto di vista della continuità.

L’acquisto di Vignali significa che il futuro di Iovine è esterno alto?

In quel ruolo lui può essere un nostro equilibratore, ma abbiamo alternative per impostare le gare a seconda delle esigenze. Anche Parigini si sta scaldando, e negli ultimi 30 metri è micidiale.

Cosa è successo con Crescenzi?

Si è un po’ creato il problema da solo. Voleva allungare il contratto, la società ha optato per un’altra soluzione, ma faceva comunque parte del progetto. Si è messo lui in disparte.

Il fatto di giocare a Como la prima partita è un po’ una vittoria della società.

Abbiamo perseguito questo risultato mai mollando. Capisco lo scetticismo, visto quello che era successo in altre stagioni, ma sapevamo che la quantità dei lavori non era grossa. Il problema era la conformità alle norme di una serie di aspetti per i quali parzialmente non eravamo nemmeno responsabili. Tutto è finito bene. E fatemi ringraziare il sindaco Landriscina che ha sempre lavorato per arrivare a questo risultato.

Percepisce entusiasmo?

Sono uno che si isola, che legge poco i social... Non saprei, con gli stadi chiusi è sempre molto difficile giudicare. Io spero che la gente partecipi. Il che non significa essere sempre contenta, per carità, ma significa credere nel progetto, far parte di un programma, condividere la visione.

La società in Indonesia come segue le vicende?

Mi sembra sempre più coinvolta. C’è parecchia attenzione. Lo dice anche l’episodio legato allo sponsor di maglia.

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