Como, ultima a porte chiuse
fu contro il Derthona nel 2018

Fu costretto a disputare la partita contro il Derthona a porte chiuse al Sinigaglia, punizione dopo i tafferugli tra i tifosi in Como-Varese

Con Giana-Como, si aprono tre settimane con sette partite a porte chiuse. I giocatori dovranno abituarsi alla svelta alla mancanza di una componente importante come la tifoseria. Come ricordava lo psicologo dello sport Alberto Cei, intervistato da La Gazzetta dello Sport «sparisce completamente il rumore, mutano le condizioni, il rituale si modifica. Il rischio è che nella testa del calciatore si attivi in automatico la modalità allenamento. In una situazione come le porte chiuse, devono venire fuori i leader». Vedremo come sapranno fronteggiare la situazione i giocatori del Como. La situazione non è del tutto sconosciuta a Como. Tre stagioni fa, in serie D, il Como fu infatti costretto a disputare la partita contro il Derthona a porte chiuse al Sinigaglia, punizione della giustizia sportiva dopo i tafferugli tra i tifosi in Como-Varese. E, ironia della sorte, pochi giorni prima, il Prefetto di Milano vietò in extremis la trasferta dei tifosi comaschi a Inveruno per la partita contro l’Arconatese: non c’erano tecnicamente le porte chiuse, ma l’atmosfera era ugualmente surreale, con poche decine di spettatori sugli spalti.

Non resta che capire, ora, se questo periodo sarà servito alla squadra e a Banchini per mettere in pratica alcune variazioni al 3-5-2, lo schema di riferimento del tecnico del Como. Con l’arrivo di giocatori offensivi, si stanno cercando nuove vie per rendere il gioco più propositivo.

Magari non dall’inizio, ma a partita in corso, come successo nella ripresa contro l’Olbia, quando il mister optò per un 3-4-2-1 con Lanini e Cicconi a supporto di Gabrielloni.

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