Gabrielloni e Cicconi 100
Doppia festa per i due azzurri

I due hanno tagliato un importante traguardo con la maglia del Como. Alessandro: «Chi l’avrebbe detto?». Manuel: «Orgoglioso»

Doppia festa in casa azzurra. Il primato. E un traguardo importante per due giocatori: centrato da Alessandro Gabrielloni e Manuel Cicconi con 100 presenze in azzurro (per il secondo contando anche delle amichevoli). La società ha già pronte due maglie celebrative, come era successo per Bovolon in autunno. «Sì ma lui ha rotto le palle a mezzo mondo con il countdown, noi siamo più modesti...», ride Gabrielloni.

Cento presenze vuol dire entrare un po’ nella storia di questa società. Cosa che era nel destino di Manuel, comasco, figlio di un giocatore del Como (Massimo, 31 presenze) oggi allenatore delle giovanili, meno per Gabrielloni, che addirittura pensava di non muoversi mai da casa: «Pensa un po’, mi vedevo bandiera della Jesina, pensavo di stare tutta la vita là. Poi ho capito che fare il calciatore voleva dire mettersi in viaggio...». Cento presenze: «Un bel traguardo, questa maglia, questa piazza mi è entrata nel cuore. Sento la stima dei tifosi anche quando le cose non vanno bene, e per me è una cosa molto importante. Quando non segno per due partite mi innervosisco, sto male... Come adesso. Ma il primato aiuta a stare felici».

La prima presenza in azzurro: «Indimenticabile: Como-Caronnese, ero appena arrivato a fine gennaio, Andreucci mi mise al 60’ e... mi tolse al 90’. Non ero mai entrato e uscito nella stessa partita. Mi chiesi: ma dove sono finito?». La più bella? «La promozione, con la festa. Avevo anche fatto gol. La gente sul campo. Ma anche quella con la Pro Sesto quest’anno: non giocavo da un po’, stavo nervoso... Quel gol è stata una liberazione». A proposito di statistiche, ora Gabri è quota a 39 gol: vorrà dire che ci sentiamo presto per il 40°... «Aspetta che me tocco...», giù una risata e via, sgranocchiando un panino al prosciutto.

Prosciutto? Ci toccherà parlarne anche con Manuel Cicconi. Seguiteci: «Cento presenze? Ma non è che avete sbagliato? Mi sembra impossibile... Sono felice. Per me è un traguardo significativo. Con questa maglia...». La prima: «Mi fece esordire Cuoghi nell’ultima giornata di serie B, Salernitana-Como. Pochi minuti, un sacco di insulti dal pubblico perché la Salernitana si doveva salvare. Ma il mio esordio vero lo considero quello di Como-Arezzo in C: segnai anche. Ma perdemmo. Quel giorno mi ricordo gli incoraggiamenti di Fietta prima della partita». La più bella? «Mi verrebbe da dire Mantova in trasferta, segnai un bel gol... ma perdemmo anche lì. Allora dico la doppietta di Grosseto quest’anno: mio padre mi disse che aveva giocato nel Grosseto 6 mesi e non aveva fatto un gol, di pensarci io... Curioso». Sembra, questo, un nuovo Cicconi, più concreto, che si specchia meno nelle leziosità, meno ninnolo grazioso a corrente alternata e più costante: «Vero. Ho cambiato ruolo, e sulla fascia ho imparato a fare anche la fase difensiva, sono più sul pezzo. E poi...(sorride pudico, quasi a confessare un segreto, ndr) ho cambiato dieta. Ho eliminato la carne. Oddio, una bistecca dopo la partita ci sta, ma in settimana no: ho avuto vantaggi a livello di recupero fisico e intensità». Con il numero 11 al posto del 10: «L’ho lasciato a Gatto, se lo merita. E poi a me l’11 piace parecchio».

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