Gattuso, debutto bis
Como con la Pro Sesto

La mossa chiarisce quanto siano ferme le convinzioni di Wise e di Ludi: questa squadra può e deve decollare

Si volta la pagina del libro. E c’è subito un capitolo tosto: la trasferta con la Pro Sesto rivelazione del campionato. Per il Como sarebbe stata una partita dura e ricca di attese anche se non fosse cambiato nulla in settimana. Ma la “tempesta azzurra” di martedì, l’esonero di Banchini e la salita al timone della “bandiera” Jack Gattuso arricchisce la trama di nuova suspense, interesse, pathos.

La mossa chiarisce quanto siano ferme le convinzioni di Wise e di Ludi: questa squadra può e deve decollare. Ad accendere la miccia è stato chiamato Giacomo Gattuso, che a Como è il figlioccio di casa. Uno che affronterà con leggerezza il compito, la leggerezza di chi non ha mai voluto fare l’allenatore.

Non è più il Jack Gattuso tutto cuore. E del resto è normale, da quando quel giovane allenatore scelse di sedersi sulla panchina del Como per la prima volta sono passati quindici anni. Intendiamoci, il cuore batte sempre allo stesso modo per la sua squadra, ma quello che si siederà in panchina oggi pomeriggio è mister Giacomo Gattuso. «Più maturo e, senza voler essere presuntuoso, anche più bravo», così dice di sé nel presentarsi nella sua nuova veste, alla vigilia di un esordio che non si sa fino a dove può portare, lui e il Como.

«So di avere una grande responsabilità, ma questo non mi spaventa, non mi preoccupa. Certo, alla comunicazione della notizia sono rimasto un po’ così, ma mi sento pronto. Conosco benissimo la squadra e ogni singolo giocatore, e nella mia carriera mi è capitato più volte di subentrare, sono già esperto di queste situazioni».

Sul fatto di non conoscere ancora il suo destino, se da semplice traghettatore o invece qualcosa di più, ecco che torna il “vecchio” Jack, «non mi importa, la cosa che conta è che il Como possa far bene, con me o senza di me. Ma se sarà con me, meglio...».

Perchè intanto lui parla e pensa, comunque, da allenatore che può lavorare per cambiare da subito in meglio questa squadra. «Ho le mie idee, i miei sistemi di gioco, che non sono comunque attuabili a brevissimo, ancora è presto, per ora cercherò di toccare il meno possibile. Ci vorrà un po’ di tempo, non ci saranno stravolgimenti improvvisi».

Ma lui vuole dare subito una svolta, già da oggi. «La scossa deve essere immediata, del resto siamo qui per dare qualcosa in più a una squadra che è molto forte, e questo si dovrà vedere subito. Voglio portare i miei valori, quelli che io ho imparato nel Como: entusiasmo, dedizione, senso di appartenenza e umiltà. Ma voglio soprattutto vedere una squadra molto più aggressiva, soprattutto in casa, dobbiamo far capire chi siamo e dove vogliamo e possiamo arrivare. Voglio una squadra che appassioni, che trascini, che entusiasmi». Perchè, nella differenza tra il Gattuso allenatore di quindici anni fa e quello di oggi, «c’è il fatto che adesso ho in mano una squadra molto competitiva, una società solida, ho a disposizione tutto quello di cui mi serve. Allora feci quella scelta soprattutto seguendo quello che mi diceva il cuore, pur sapendo che sarebbe stata una stagione tribolata e difficile. Adesso è tutta un’altra cosa. Sono cambiato io ma anche tutto quello che c’è intorno». Sulle scelte di oggi, intanto, «ho un paio di dubbi, ma sull’attacco ho già deciso, e naturalmente non lo dico».

Come faceva del resto anche Banchini, a cui Gattuso rivolge il suo ringraziamento, «perchè con lui ho costruito un bel rapporto, sia umano che professionale, e mi dispiace che sia finita così», ma adesso tocca a lui.

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