Il Como a Piazza
Perché si può fare

L’americano deve valutare la richiesta comasca, all’interno del gruppo dei soci c’è chi sarebbe disposto a restare in società al suo fianco

Partiamo dalle certezze. Una è quella di questi giorni: Mike Piazza è stato qui e ha avuto il tempo per parlare con Pietro Porro e i suoi soci. L’incontro è stato spalmato su due giorni: una cena martedì sera a Cernobbio, e il giorno dopo, mercoledì, visita al centro di Orsenigo e allo stadio Sinigaglia, sempre in compagnia di Porro, del suo vice Flavio Foti, del commercialista Paolo Lanzara. Quanto può bastare per farsi reciprocamente un’idea più approfondita.

Mike Piazza ha fatto la sua offerta qualche settimana fa, anche sulla base di una presumibile richiesta iniziale. Che nel frattempo si è alzata, vedendo che l’interesse del campione americano si è dimostrato concreto. Si vocifera, arrivando su per giù a raddoppiare. Si ragiona in un range tra tre milioni e sette milioni di euro, su per giù. Fermo restando che di mezzo c’è anche la decisione di non poco conto che Piazza deve prendere su Orsenigo. Il Como per il centro chiede molto, non è detto che a chi subentra convenga acquistarlo. Così come non è detto che alla S3C convenga venderlo, la questione resta assolutamente trattabile.

Ma c’è anche un altro punto che continua a restare nodale negli sviluppi della questione. La posizione dei vari soci all’interno del gruppo. Chi vuole fare cosa? La tesi più diffusa è che Pietro Porro sia quello che faccia un po’ più di resistenza alla cessione. In realtà c’è anche un’altra sfumatura. Perchè a qualcuno del gruppo non dispiacerebbe restare nel Como con Piazza. Bruni e Foti sarebbero, si dice, di questa idea. Andare avanti da soli costa troppo, non cediamo ma facciamo gruppo. Con Piazza. Che intanto potrebbe portare risorse utili per tutti.

Nessuno, in sintesi, gli sta chiudendo la porta, ma a determinate condizioni. Intanto lui è tornato in Sicilia, la sua terra d’origine. A riflettere sull’offerta del Como. Ma, si dice, non ha voglia di perdere tempo. C’è chi giura che la settimana prossima il sì o il no definitivo dell’americano arriverà.

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