La storia del Como
Tocca ai presidenti

Ne parliamo su due pagine del giornale di oggi, sedicesima puntata della storia degli eroi azzurri

A volte ci siamo chiesti: ma chi glielo ha fatto fare? Ci sono mille hobby, mille passioni dove mettere (buttare?) soldi. Ma questo è l’unico dove, oltre a spendere un sacco di quattrini, o fare i salti mortali per spenderne il giusto, alla fine ti becchi gli insulti e i “vaffa”. Ché quando succede al mestierante di turno, al furbacchione, all’utilitarista passi. Ma quando succede a gente come Benito Gattei o Mario Beretta, il primo capace di tenere il Como in serie A per 5 anni di fila (oggi puoi pensarci solo alla playsation); il secondo, tifoso al di sopra di ogni sospetto, persino tenero nel suo spendersi con il cuore, allora vuol dire che la contestazione può capitare proprio a tutti.

Stiamo parlando dei presidenti. I padroni del vapore. Quelli che decidono un giorno di prendere una squadra di calcio e nel contempo farsi carico di una storia, di un seguito, di un marchio, di un popolo. Tanto che poi decidono gli umori, più che le strategie. Como è un posto difficile per fare il presidente (della squadra di calcio che rappresenta la città). Ne parliamo su due pagine del giornale di oggi.

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