Le regole di Festa
«Como, si vince con la testa»

Il nuovo allenatore dà molta importanza all’aspetto psicologico

«Non mi importa che i miei giocatori escano tutti insieme a cena la sera, che siano più o meno amici fuori dal campo. Certo è una cosa bella, ma quando devi vincere sono stupidaggini. Conta che ci sia affinità di obiettivi, e che ognuno singolarmente abbia ben chiaro quello che deve fare. Il resto sono fronzoli. Non alleno corpi, alleno prima di tutto teste».

Non è semplice entrare in oltre venti teste...

«

No ma è importante farlo. Dico di più: non è nemmeno logico trattare tutti i giocatori allo stesso modo. C’è qualcuno a cui si possono concedere cose che ad altri non si possono concedere, anche se tutti devono rispettare le regole allo stesso modo. Ma la gestione della persona non può essere la stessa. Dunque, il primo a essere equilibrato e solido deve essere l’allenatore. Io ho una grande fortuna, un dono di natura, ereditato da mio padre. Sono una persona che ha entusiasmo. Sempre. In tutto quello che fa».

Di questo Como, che diciamo?

«Per ora posso dire solo che è una squadra valida, anche se qualche mancanza c’è. Nel senso, qualche ruolo forse non è coperto adeguatamente,manca qualche giocatore. Ma credo anche che qualcuno sarà impiegato in maniera diversa da come è stato sinora. Ci sto lavorando. Il mio modulo? Prediligo il 4-3-1-2, lavorerò in quella direzione. E sono convinto che la salvezza sia possibile. Lavorando con intensità. La squadra sta abbastanza bene. Ora mettiamoci la testa».

L’intervista completa a Gianluca Festa su La provincia di mercoledì 4 novembre

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