Ludi stadio e progetti
«Noi qui a lungo»

«Stadio?Semplice: vogliamo farlo. Qui. È una priorità. Quanto abbiamo da investire? A voi piace masticare sempre soldi, noi diciamo: quanto serve»

In quell’ufficio, dentro lo stadio Sinigaglia, con il finestrone che dà sul campo, abbiamo visto di tutto: Beltrami costruire l’impresa di Tardelli, Terraneo alzare gli occhi al cielo alle sfuriate di Preziosi, Perinetti non fare in tempo a sedersi che già doveva andare via, il compianto Vitali spargere bonarietà e Gentile fare l’eterno Richelieu tra Preziosi (ancora) e Imborgia. Eppure la sensazione è che le parole più pesanti pronunciate qui dentro siano quelle di Carlalberto “Charlie” Ludi, uno che se gli Hartono o Suwarso avessero dovuto inventarlo in provetta, forse non sarebbe venuto così bene. Perfetto (lo abbiamo già detto) per questa società, eccolo alle prese con l’appuntamento cui farebbe forse a meno, ma necessario: il punto di fine anno e la prospettiva sul futuro. Chi vuole intendere, intenda.

Bilancio della squadra: soddisfatti?

Sì. Ci siamo salvati con sette partite di anticipo. Direi che non è male.

Eppure c’era la sensazione che si potesse arrivare più su.

Ce l’avevamo anche noi. Ma quando diciamo che stiamo programmando passo dopo passo, ci riferiamo a tutte le aree che servono per vincere. Squadra, mentalità, strutture... Per mesi ci siamo allenati girovagando, non la situazione ottimale.

Quando ha pensato che avremmo potuto arrivare ai playoff?

Il bivio è stato doppio. La partita di Monza all’andata, e la partita di Parma al ritorno. Due partite in cui abbiamo dimostrato di poter vincere e che magari avrebbero cambiato qualcosina. Soprattutto la prima, perché poi nelle ultime giornate Perugia e Ascoli non hanno perso un colpo.

La conferma di Gattuso. Tema libero...

A fine stagione, come è nel nostro stile, ci siamo seduti e abbiamo verificato che ci fosse allineamento tra le strategie, le valutazioni, gli obiettivi. Questa era l’unica incertezza. Ci siamo trovati allineati, dunque avanti con Jack.

E gli obiettivi del prossimo anno quali sarebbero?

Migliorare. Francamente, mi sorprende molto che ci siano persone al 25 di maggio che parlano di serie A. Certe valutazioni si possono fare dopo il mercato. Faccio un’altra valutazione, sugli obiettivi: oggi ci sono società come Genoa, Cagliari, Bari, una tra Monza e Pisa, Benevento, Brescia che è comprensibile dicano che l’obiettivo è la serie A. Noi in questo momento non siamo in quella fascia. Dunque dobbiamo lavorare, limare, aggiustare, apprendere dagli errori fatti e migliorare.

Sempre su Gattuso. Cosa vi è piaciuto?

La capacità di essere duttile: gli integralisti mi spaventano. Poi la capacità di non avere fretta sul mercato, lavorando organicamente con la società; e il lavoro sul campo.

In cosa dovete migliorare?

Forse in un pizzico di coraggio in più, ma questo è un discorso che riguarda tutti, lavoreremo in questa direzione.

Gattuso passa per non giochista: mirate ad avere una squadra che occupi di più il campo?

Dibattiti che lasciano il tempo che trovano: in Como-Ascoli abbiamo visto un Como giochista, che ha giocato molto bene, ma ha perso 1-0; a Frosinone un Como più utilitaristico che a tratti ha sofferto, ma ha vinto. Io preferisco vincere.

Parliamo di conferme? Unico argomento praticabile adesso, par di capire.

Presto anche per questo, ma proviamoci.

Cerri?

Non sappiamo cosa vuol fare il Cagliari. Vediamo. Anche l’anno scorso il Como non era in pole, aveva altre opportunità. Oggi avrebbe una logica. Se il giocatore vuole restare, si può intavolare una discussione. Certo se il Bari insegue la coppia gol del Como, significa che avevamo operato bene..

Parigini?

Ci si può lavorare. Il giocatore ci interessa. Ha avuto una buona continuità e nei piedi sei-sette gol.

Vignali? Ioannou?

Tutti e due in stand by. Vediamo. Se il Nottingham sale, potrebbe aprirsi una via. Tutto aperto.

Gori?

No. La sua esperienza qui è finita. Bravo portiere, ma andremo su altro.

Quanti giocatori servono? Una decina?

Più o meno, ma dipende dalla questione prestiti. Se si confermano Vignali e Ioannou, gli esterni bassi ci sono. In mezzo partirà Varnier e cerchiamo due centrali. Dobbiamo prendere due portieri, e due centrocampisti centrali. Esterni, a sinistra con Chajia-Blanco-Gatto siamo a posto, a destra vediamo Parigini, o uno o due.

E davanti?

Al di là dei prestiti, quest’anno avevamo attaccanti intercambiabili. Magari arricchiremo la rosa con una punta con caratteristiche specifiche, uno rapido abile anche a inserirsi in velocità. Gabrielloni? Sentiamo lui, ma è ok. Gliozzi? Idem.

Stadio?

Semplice: vogliamo farlo. Qui. È una priorità. Quanto abbiamo da investire? A voi piace masticare sempre soldi, noi diciamo: quanto serve. Ce lo dovrà dire il Comune fino a che punto si vorrà andare. Quello che è certo è che adesso siamo pronti anche a parlare del maxi progetto. E posso dire una cosa?

Prego.

Non capisco, non capiamo perché qui si parli di problema. Qui c’ una società che intende snellire i processi di avvicinamento, intervenendo anche sulla viabilità, per rendere organico l’impianto lì. Noi i problemi vorremmo risolverli, non crearli, tendenzialmente.

Invece per l’anno prossimo?

Puntiamo ad avere la capienza totale di 6700 posti. C’è qualche lavoro da fare, ci stiamo organizzando.

Soddisfatto della risposta della gente?

Sì. Abbiamo uno zoccolo duro che è la nostra priorità. I tifosi affezionati sono stati eccezionali, anche dopo le sconfitte, sempre presenti. Per noi sono molto importanti. Poi, Como non è Palermo, ed è più difficile portare 23mila spettatori. Ma la gente allo stadio non è l’unico parametro: per esempio il traffico sui social è un indicatore. Si parla molto di più del Como.

A Giacarta sono soddisfatti?

Sì, direi di sì.

Sempre convinti del progetto?

Certo! A lungo termine.

Obiettivo finale?

La serie A, lo abbiamo detto. Ma con una strategia organica, ponderata.

Lo store in centro quando apre?

Ci stiamo lavorando in questi giorni, vogliamo fare una cosa speciale.

Ma sarà difficile rientrare economicamente.

All’inizio sì. Poi chi può dirlo? Non bisogna pretendere di avere risultati subito.

Il Como Women vorrebbe giocare al Sinigaglia.

Faccio i complimenti sentiti a Stefano Verga per la passione che ci mette e i risultati che ha ottenuto. Per il resto, mi sembra una soluzione facile. Vi faccio una domanda: quante sono le squadre del femminile che giocano nell’impianto della squadra maschile? E parliamo di stesse società. Non vorrei che qui si ragionasse all’italiana: io creo una situazione, poi qualcuno risolverà i problemi...

© RIPRODUZIONE RISERVATA