Parigini: Ciao Como. La freccia spuntata cerca gloria altrove

Mercato Certa la separazione dall’esterno del Genoa. La maledizione del gol: ne ha sbagliati tanti. Quest’anno con Longo era sparito il suo ruolo ideale

Era la freccia sulla destra. O sulla sinistra. Una potenziale marcia in più del Como, un giocatore di qualità.

Ma la storia di Vittorio Parigini con il Como si è conclusa come un palloncino sgonfio, che perde aria e atterra goffo senza più energia. Spesso in panchina, altre volte in campo ma in un ruolo che non era il più adatto per le sue caratteristiche.

Saluti

Parigini saluta Como. Agli amici ha detto: «Peccato perché era una avventura che mi intrigava. Ho scoperto una piazza calda. Dei tifosi che non ci hanno mai mollato nemmeno nei momenti più duri. A Como mi sono sposato, durante il mio soggiorno comasco è nata mia figlia. Questo posto comunque non uscirà mai dalla mia vita».

Ok, ma calcisticamente le cose non sono andate come si sperava. Il primo anno, esterno nel 4-4-2 di Gattuso, ok, anche se spesso ha dovuto alternarsi con Chajia prima dell’infortunio di quest’ultimo e il via libera sulla fascia. Anche lo scorso anno un po’ discontinuo ma comunque letale in alcune circostanze. Quest’anno invece male. Male anche perché a un certo punto Longo ha piegato sul 3-5-2, e per lui fare tutta la fascia è diventato un problema. Paradossalmente il nuovo compito lo ha responsabilizzato, in alcune partite (tipo a Bari) ha mostrato una maturità tattica sorprendente.

Ma non era più lui. Utilizzarlo così non aveva senso. Per questo è arrivata la decisione di separarsi. In aggiunta, va ricordato il suo cronico mal di gol. Una maledizione: Parigini sa essere ficcante, sa saltare l’uomo, ma non chiedetegli di buttarla dentro. Non vede la porta. Ci ricordiamo le mani nei capelli della panchina del Como, più di una volta.

Varese

Dopo una attenta valutazione tra i molti allenatori in attesa di una chiamata, il direttore sportivo del Varese Davide Raineri ha scelto Corrado Cotta, 58 anni, una carriera fatta di oltre 500 panchine fra Serie C (con Como e Pro Sesto: gli azzurri li allenò dopo la promozione in C2 di Corda, nel 2008-09, poi sostituito da Di Chiara), D e Eccellenza (vinta già due volte).

Nel curriculum dell’esperto tecnico comasco di Villa Guardia, ci sono numerose società della zona dove ha sempre lasciato il segno, Solbiatese, Castellanzese, Caronnese e Inveruno. Per lui anche un’esperienza all’estero con il Botev Plovdiv nella serie A della Bulgaria.

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