Como e il ripescaggio in serie C
Nicastro: «Dovremo fare i conti»

Il presidente: «Se spendo tanto per iscrivermi avrò meno da spendere per costruire la squadra»

Massimo Nicastro è appena rientrato in Italia. Il presidente del Como se ne era andato un mesetto fa, in un momento in cui la vittoria del campionato era un’ipotesi concreta. Torna ora, dopo aver seguito a distanza l’ultima parte del percorso. Un po’ deluso, un po’ speranzoso, ma soprattutto desideroso di programmare il futuro. Perchè per la società questo è davvero un momento cruciale. E lui non ne fa mistero.

Presidente, bentornato. Sperava di festeggiare al suo ritorno e invece...

E invece no, anche se io quel piccolissimo uno per cento di speranza di arrivare magari allo spareggio me lo tengo fino all’ultimo. Uno è sempre meglio di zero, no? Nel calcio non si sa mai.

Ma l’ha delusa questo finale? Si aspettava di più dalla squadra?

Purtroppo abbiamo perso qualche punto che forse potevamo evitare di perdere. Al di là dello scontro diretto, parlo di qualche partita prima. Qualche occasione buttata via. Ma dipende sempre da che prospettiva si vuole guardare questa stagione. Se pensiamo all’inizio, essere arrivati secondi è comunque un grande risultato. Come tutti i tifosi è chiaro che qualcosa su cui recriminare c’è sempre, ma quando si inizia una stagione nessuno può essere certo di vincere. Noi sappiamo di aver fatto tutto il possibile, e di avere ottenuto comunque già tanto. Guardiamo il lato positivo.

In ogni caso, la parola più in voga in questo momento da queste parti è una sola, ripescaggio.

Sì, speriamo di averne la possibilità.

In che senso?

Nel senso che chiaramente il nostro obiettivo è quello di salire di categoria, dunque auguriamoci di vincere i playoff e che ci sia poi il posto per noi. Ma è anche un discorso che va comunque ben pianificato. Innanzitutto dal punto di vista economico.

Ci potrebbero essere dubbi?

Per quanto mi riguarda certamente no, non fraintendetemi. Resta il nostro primo obiettivo. Ma il ripescaggio richiede uno sforzo economico importante. Il che significa predisporre bene i nostri progetti. Le risorse ci sono, ma non sono infinite. E a questo punto vanno ridistribuite rispetto ai nostri piani. Per farla breve, se spendo tanto per iscrivermi alla C avrò meno da spendere per costruire la squadra.

Il suo socio Felleca ha comunque parlato di serie C a tutti i costi...

Mi incontrerò con lui settimana prossima proprio per predisporre un piano finanziario accurato, per capire dove tagliare e dove investire. Se ne ha parlato vuol dire che anche da parte sua c’è la certezza di potercela fare. Per quanto riguarda la mia parte, dico già di sì. Ma ci sono tante cose da esaminare insieme. Non possiamo solo parlarne, a parole sono bravi tutti.

Non facciamo spaventare i tifosi, però.

Assolutamente no. Il nostro impegno è fare grande il Como e resta tale. Anche quest’anno siamo andati oltre il budget previsto proprio per questo.

Uno sforzo di cui ora, se non si riuscisse a vincere, si è in qualche modo pentito?

Per nulla. Se non lo avessimo fatto non saremmo probabilmente neppure arrivati secondi. Certo, non tutti hanno reso come speravamo, ma questo credo sia un discorso normale nel calcio. Dunque, nessun pentimento. Però ora non avrebbe senso “ammazzare” la società spendendo tutto in un’unica direzione. Sono analisi comunque delicate.

Tra fidejussioni e pagamenti, per “comprarsi” il ripescaggio si arriva a quasi un milione di euro...

Appunto, non sono conti che possono tornare in cinque minuti. Soprattutto per chi vuole guardare un po’avanti, come vogliamo fare noi. La categoria è fondamentale e lo sforzo maggiore deve andare in quella direzione. Ma abbiamo anche progetti sulla struttura, e vogliamo tutelare il settore giovanile...

A proposito, ha seguito la polemica sollevata da Hefti, la questione delle coppe riciclate?

Sì, e devo dire che non mi è piaciuta. Nè da una parte né dall’altra. L’ho trovata una questione un po’ stupida in sé, con tutto il rispetto. Le questioni più importanti sono altre, e ne parlerò sia con Hefti e Marelli che con Felleca. Detto questo, tutelare e far crescere il nostro settore giovanile è un’esigenza primaria anche in chiave futura. I giovani devono per forza essere il nostro più importante patrimonio, il Como non finisce domani.

Ha parlato di progetti sulla struttura, in questi giorni ci sono stati incontri importanti sullo stadio. Ma non trova che se non si sale di categoria abbia poco senso parlarne?

Sono due discorsi diversi, lo stadio va messo a posto indipendentemente dal resto, anche perchè se no il resto non può arrivare.

Insomma, senza spaventarsi, ma siamo in un momento piuttosto delicato per la società...

Sì, ma abbiamo tutte le intenzioni di risolvere la situazione nel migliore dei modi, i tifosi abbiano fiducia. Già nei prossimi giorni i nostri piani saranno molto più chiari.

(l.cav.)

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