Como, Mirabelli stavolta serve assist
«Il mio amico Jack? Grandissimo»

L’ex attaccante è particolarmente legato al tecnico azzurro, già suo compagno

«La prima persona che mi ha chiamato? Walter». Lo scorso anno, durante il tripudio dei giorni della promzione in B, Giacomo Gattuso raccontava di aver ricevuto i complimenti calorosi di Walter Mirabelli, suo ex compagno nel Como Anni 90. Jack sorride sempre quando parla di Walter: uno a cui non puoi non volere bene per la sua genuinità.

Bomber

E allora, in tempo di pausa del campionato, lo abbiamo chiamato, nella sua Mestre dove abita da tanti anni, per sentire due parole sul suo amico Jack. «Un grande. Un grandissimo. Lo seguo sempre, ogni tanto ci sentiamo. Quello che ha fatto è stato davvero speciale, ragazzi. Vi rendete conto? E soprattutto come l’ha fatto: l’hanno messo lì, e lui, con una naturalezza incredibile, tam tam tam... Anche in B: non sembra che abbia sentito il cambio di categoria. Ma io lo sapevo...».

In che senso? «Già quando giocava, era un allenatore. Lo capivo da tanti particolari. Come parlava nello spogliatoio, ad esempio. Mai una parola inutile, mai un atteggiamento sopra le righe solo perché portava la fascia di capitano. Cercava di dare segnali di equilibrio, pensava alla squadra, non a sè stesso. E poi in campo, spesso in allenamento notavo come dava le direttive al reparto. Sembrava un allenatore. Era giovane, aveva 24 anni, ma aveva una maturità...».

Sembravano, sembrano, l’opposto uno dell’altro: uno esuberante, l’altro dal basso profilo. Eppure diventarono amici: «Un rapporto nato sul campo. Lui non usciva mai la sera, ma che c’entra? E poi mi conquistò con una telefonata: la sera che il Como conquistò la serie B nello spareggio con la Spal a Verona, io stavo in un letto di ospedale operato alla schiena. E lui fu il primo a telefonarmi: “Walter, questa vittoria è anche tua. Non c’eri ma è come se fossi stato con noi”. Fu un grande gesto che non ho mai dimenticato».

Segue il Como a distanza: «Voi non immaginate cosa rappresenti Como per me. Arrivavo da Licata, arrivai a Como in macchina per firmare il contratto e facendo la bretella che calava sulla città vidi il posto dall’alto e mi chiesi: sono arrivato in paradiso? Con i tifosi fu subito amore, lo striscione “Amici del Walter” lo conservo in casa. Peccato la cessione. Mi tradì Tardelli, tradì per modo dire eh... la squadra in B non andava bene, ci fu l’occasione di riportare a casa Galia dall’Ascoli e lui mi mise tra i cedibili. Così andai laggiù: avevo le lacrime agli occhi quando me lo dissero».

Grandi firme

La storia di Mirabelli è curiosamente caratterizzata da “grandi firme”: «Mi volle Marotta, che era ds del Como. Con lui lavorava Carnevali, oggi Ad del Sassuolo. La prima stagione segnai all’Inter in Coppa Italia, poi mi allenò un grande personaggio come Tardelli. E all’Ascoli ho segnato a Wembley nell’anglo italiano». Presto verrà a Como: «Ho qualche amico da venire a trovare, tra cui Niki D’Angelo che adesso è il presidente del Coni di Como e allora mi prese sotto la sua ala come un fratellino. Quando verrò, andrò anche da Jack, magari a vedere la partita». Nel frattempo allena i ragazzini del Noale: «Vorrei organizzare un’amichevole tra Como e la squadra veneta...».

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