Il Como è sotto choc
Ludi: «Stiamo calmi»

Il ds non ha scuse: «Non ci aspettavamo una prova del genere, non dovevamo fallire questa partita. Nessuno è senza colpe, compresa la società. Ma non facciamoci prendere dagli isterismi»

È il giorno della rabbia, ma soprattutto delle riflessioni. Che in questo momento servono più dei mea culpa, comunque doverosi, già espressi da Banchini e dai giocatori pochi minuti dopo il tracollo con il Lecco.

Che cosa è successo? Ma soprattutto, quanto è legittimo adesso preoccuparsi delle tante partite che arriveranno? Da qui a fine ottobre bisogna giocarne altre cinque. Non c’è tempo da perdere. E lo sa bene anche il ds Carlalberto Ludi. «Non ci aspettavamo una prova del genere, non dovevamo fallire una partita così importante, non ci sono scuse. Una sconfitta può capitare, ma una prestazione così no».

Non aspettiamoci imputati, «le disamine dettagliate le faremo in settimana», né disamine tecnico-tattiche, «di questo preferirei che parlasse l’allenatore, è lui che ha la gestione della situazione. Ci sono stati errori sugli episodi, certo, ma ridurre a questo il problema è assolutamente un errore, così come non ha senso discutere sulle scelte tattiche. Il punto è che noi non siamo stati mai pericolosi, il Lecco ha giocato bene, ma noi abbiamo tanti demeriti. Dobbiamo essere arrembanti, propositivi, consapevoli. Invece ho visto una squadra titubante, fragile, in grande difficoltà nell’interpretare la partita».

Questione anche di energia, mentale e fisica. «Il Lecco ce ne ha messa tanta, attaccavano con cinque uomini in area e un attimo dopo erano in dieci dall’altra parte a difendere. Questo è mancato a noi. Nelle altre due partite avevamo dimostrato capacità di adattamento alla situazione, con intraprendenza e qualità, dando prova di saper variare la lettura della gara anche in corsa, senza limitarci a seguire lo spartito, quindi evidentemente il nuovo percorso è stato intrapreso nel modo giusto».

Riguardando indietro, anche con la Pistoiese c’è stata una grande difficoltà a tirare in porta. «Vero, la fatica ad arrivare al tiro, a trovare soluzioni davanti alla porta l’abbiamo vista anche lì. Però in quel caso c’è stata la volontà, la voglia di cercarle, dal primo al novantesimo. Siamo stati squadra, come era del resto successo con il Renate. E posso testimoniare che il derby è stato preparato benissimo, nessuno ha sottovalutato l’impegno, a partire da Banchini».

E non si può nemmeno parlare di problemi di inserimento dei nuovi giocatori, in campo ce n’erano solo tre, «e poi è un discorso inutile, il Como ha una struttura già rodata e costruita, inserirsi non può essere complicato per nessuno».

Molti tifosi si sono scagliati contro Banchini, «nessuno è senza colpe, compresa la società, compreso io. Nessuno è difendibile dopo una gara del genere, prendiamoci tutti le responsabilità e le critiche che ritengo i tifosi abbiano tutto il diritto di esprimere».

Questa volta il supervisore tecnico Dennis Wise non c’era, «ma ha visto la partita la mattina dopo. Verrà a Como in settimana, e faremo insieme le nostre analisi. Restiamo tutti dell’idea che questa sia una buona squadra, capace di fare il salto in avanti che le viene chiesto. Non c’è bisogno di farsi prendere dagli isterismi, anzi serve mantenere lucidità».

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