Riforma: serie B a 40 squadre?
Il Como lavora già per esserci

Società sana, conti a posto e programmazione: si ampliasse il palcoscenico, sarebbe una bella occasione

A sentire le voci che vengono dal palazzo, l’idea della riforma del calcio, causa pandemia, potrbebe non essere più rimandabile. La sostenibilità economica di alcune (parecchie?) società sarà tutta da verificare e potrebbe essere davvero il caso di rivedere tutto.

Per la verità si tratta di un argomento trito e ritrito, vecchio di decenni, mai veramente affrontato. E quando lo si è fatto, si è riusciti addirittura ad aumentare e non a diminuire il numero di società professionistiche con l’allargamento a 60 delle squadre partecipanti alla serie C. Sarà la volta buona? Non ne siamo assolutamente sicuri. Anzi. Ma l’idea c’è. E tra quelle che stanno affiorando, in una virtuale pole position, c’è quella di una serie B a 40 squadre, divise a livello territoriale, un girone nord e un girone sud. Da lì in giù, niente professionismo.

Il caos sarà quando verranno stabiliti i codici di accesso. Ognuno rivendicherà le proprie credenziali. Verrebbe certamente fatto un mix tra posizione di classifica, storia del club, spettatori, pure (suggerisce qualcuno) fallimenti patiti (e qui il Como sarebbe messo bene).

Certo è che se si vorranno privilegiare realtà floride e solide economicamente, i criteri saranno di un certo tipo. Il Como lavorerà, anzi sta già lavorando, per essere preso in considerazione. Una chance grandiosa che potrebbe capitare tra capo e collo della società indonesiana. Quando? Non subito. Se avverrà, più facile pensare al 21/22. A meno che dopo la pandemia non ci siano solo le macerie.

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