«Campionato a gennaio,
magari con due gironi»

Intervista con Bruno Arrigoni, riferimento della pallacanestro italiana.

Arrigoni, intanto come va?

«La mia vita da anziano non è che sia poi cambiata un granché. Certo, non posso più frequentare la palestra che dava una mano alla mia salute, ma è un sacrificio che si può anche fare. Anche se sono un po’ stufo di vedere in tv tutta una serie di partite d’annata. Mi manca lo sport “fresco”».

Appartiene forse alla schiera di coloro che aspirano a che si torni a giocare al più presto?

«No, tutt’altro. Anzi, su ciò che sara “dopo” nutro una serie di dubbi».

Ci spieghi.

Non per tirarsela, ma così non avevo alcun dubbio sin da subito sul fatto che per questa stagione la pallacanestro non aveva più alcuna ragione per proseguire con l’attività, ora mi interrogo seriamente su ciò che potrà essere nell’immediato futuro».

Iniziamo.

«Suppongo sarà impossibile riprendere in ottobre. Mettere dentro la gente in un palazzetto senza un vaccino è complicato».

E allora?

«Partiamo dal fondo. Un paletto è rappresentato dal torneo preolimpico della nostra Nazionale (o dal 22 al 29 giugno o dal 29 giugno al 4 luglio, le date esatte devono essere approvate dal Cio, ndr). Ciò significa che il campionato dovrà terminare un mese prima per consentire agli azzurri un congruo periodo di preparazione. L’altro paletto, io lo ravviso l’1 gennaio prossimo. Ed è in quell’arco di tempo che la serie A dovrà giocare».

L’intervista integrale sulla Provincia di domenica

© RIPRODUZIONE RISERVATA