Cantù, ancora Bucchi o cambiare?
Si lavora su tre identikit precisi

A fare la differenza sarà la categoria. L’attuale coach davanti a tutti e non sono escluse sorprese

Il futuro è già oggi, anche se non aiuta l’incertezza sulla categoria. Un dubbio che non si scioglierà prima di fine giugno, addirittura a metà luglio, secondo i pessimisti. Bisogna dunque muoversi come gli equilibristi, cercando di farsi trovare pronti una volta presa la decisione.

Terrà banco il capitolo allenatore, come è logico che sia. Perché è con il suo assenso che poi si costruirà la squadra. Si lavora su tre identikit distinti: tecnico da A, tecnico pronto sia all’A sia all’A2, tecnico per l’A2. Di certo c’è - e siamo al profilo 1 - che, a oggi, la società non ha dato mandato al gm Daniele Della Fiori di far valere l’uscita, per via della retrocessione, dal contratto di Piero Bucchi. Che dunque resta la prima scelta, anche se bisognerà capire come la pensa lui. Dato che in A potrebbe rimanerci a prescindere, visto il valzer delle panchine che potrebbe partire a breve. Situazione in totale evoluzione.

Il profilo 2 è quello che permette ragionamenti più ad ampio respiro. A partire da Bucchi stesso, che le due categorie le ha fatte e quindi risponderebbe a tutti i requisiti. Per poi arrivare a un allenatore tipo Marco Sodini, ben visto da questo parti e reduce dalle stagioni a Capo d’Orlando.

Conosce l’ambiente e si è sempre interessato alle vicende della squadra nella quale ha lavorato sia come assistente sia in proprio.

L’outsider potrebbe essere un giovane ambizioso, di quelli che in grado di non resistere al richiamo di una società gloriosa come lo è Cantù. Magari con una scommessa da vincere entrambi. Non ci fosse di mezzo Andrea Trinchieri, il Bayern Monaco e un’Eurolega pazzesca - con l’eliminazione solo a gara 5 playoff contro Milano - uno come Adriano Vertemati sarebbe letteralmente il massimo.

Prossimo quarantenne, dopo aver fatto le fortune di Treviglio, di sicuro ha arricchito ancora di più il bagaglio al fianco del Trinka. Volesse tornare a volare da solo, questa sarebbe la piazza ideale.

Ultimo identikit, il numero 3. Ripartenza dall’A2. A proposito di Trinchieri, a pochi chilometri da qui vive uno dei suoi discepoli (tra l’altro allenato nelle giovanili del San Pio X a Milano): Mattia Ferrari, che ha chiuso a febbraio - dimettendosi - l’esperienza a Casale Monferrato e che ha alle spalle anni di categoria. Compresi i cinque a Legnano, che portò dalla B all’A2, e quelli di assistente in A alla Virtus Bologna di Stefano Pillastrini e Renato Pasquali. Potrebbe essere un’opzione.
Edoardo Ceriani

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