Cantù, è il giorno di Uter
Sacripanti: «Sì, gioca»

La squadra biancoblù oggi e domani a Trento con il giamaicano. «Venti minuti può farli e se memorizza pure qualche schema...»

Sarà anche il “so mesté” - come dicono da queste parti - ma Pino Sacripanti cominciamo a capirlo. Tra una cosa e l’altra, infatti, fino adesso si è trovato ad allenare più che altro i bambini della Pallacanestro Cantù. Ruolo che non stona con la sua indole di educatore delle giovani leve, ma che un po’ stride con un progetto - quello targato Cremascoli - che è a una sorta di anno zero, dopo le stagioni dell’opulenza targate Trinchieri.

Qualche senior in più, e soprattutto con compresenze un po’ più frequenti, infatti, non sarebbe stato male. Soprattutto in questa fase di assemblamento della nuova squadra. Ma tant’è. E allora, ecco il tecnico rientrato dopo gli anni a Pesaro e Caserta pronto a lavorare con quel che c’è. E che - paradossalmente oggi e domani nel torneo di Trento - non sono neanche i sette della rosa visti fino adesso.

Ragland, ad esempio, che ha già giocato il precampionato a singhiozzo, è stato mandato a casa in permesso. Leunen e Abass (botta a una costola il primo e infiammazione agli adduttori il secondo) partono, ma potrebbero anche non essere utilizzati. Da sette, quindi, si scende a quattro, per poi risalire a cinque, con l’aggiunta di Uter, valore aggiunto perché approdato a Cantù giovedì.

E proprio da Uter ripartirà il coach. O, quantomeno, da quello che il giamaicano potrà dare in questo momento. «A livello fisico - dice Sacripanti - problemi non ce ne sono, visto che ha giocato fino all’altro giorno in Nazionale. Adesso si tratta di vedere come si possa inserire al meglio, tenendo conto di un fattore fondamentale. Perché se è vero che alla squadra sono riuscito a spiegare sette giochi d’attacco, sarei già contento se lui ne memorizzasse tre o quattro, giusto per stare in campo oggi e domani senza problemi. Quanto penso che mi possa garantire? Spero anche una ventina di minuti, ma per la prima volta si è allenato ieri, quindi non aspettiamoci miracoli».

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