Cantù, garantisce Pancotto
«Onoreremo la Supercoppa»

A ritiro di Chiavenna terminato, il bilancio dell’allenatore dell’Acqua San Bernardo

Il ritiro di Chiavenna è finito, incombe la sfida con Milano per la Supercoppa e per il coach dell’Acqua San Bernardo Cantù, Cesare Pancotto, è tempo di tracciare un primo sommario bilancio del lavoro svolto finora. Partiranno oggi da Chiavenna per il rientro dopo l’ultimo allenamento al Palamaloggia gli uomini del team biancoblù.

Coach Pancotto, come sta andando quest’estate così diversa e arrivata dopo mesi così particolari?

Non è cambiata in termini di lavoro e voglia. C’è stato un grande apporto da parte di tutti e questo è il primo step importante. Il preparatore ha fatto un grande lavoro proprio per “riattivare” i ragazzi, come se non fosse successo niente. Un lavoro importante per evitare infortuni anche gravi.

Tra le anomalie di quest’anno, c’è anche quella di iniziare la stagione con la Supercoppa, e non più con i classici tornei precampionato. Cosa cambia per voi?

Ovviamente cambia. Le amichevoli servono per capire come la squadra sta acquisendo sistemi d’attacco e di difesa e lo stato di forma. Ora bisogna anche guardare al risultato. Arriviamo a queste partite con la voglia di giocarle ma anche con delle difficoltà, perché nessuno di noi è pronto a questo tipo di impegno. Ma vogliamo onorarlo.

Dei vostri giocatori italiani conosce ovviamente tutto. Riguardo ai sei stranieri, cos’ha invece scoperto in più rispetto a come li aveva conosciuti in video?

Dico sempre che un conto è vedere i giocatori in campo e parlarci quando sono negli Usa. Un conto è farlo qui. Faccio una battuta: bisogna vedere che aereo prendono per arrivare. Il feedback che abbiamo ricevuto dobbiamo verificarlo alla prova degli allenamenti e dei ritiri italiani. Si tratta di un momento importante, anche perché mi serve per capire che tipo di persona ho di fronte. Un aspetto che per me è molto importante.

Curiosità: chi è il più estroso e chi invece il più disciplinato tra i giocatori del roster?

In linea teorica potremmo mettere Jazz Johnson nella prima categoria e Maarty Leunen, per la sua capacità di trovare sempre la giocata giusta per la squadra, nella seconda. Ma si tratta di un gioco.

Con Smith e Leunen si ritrova due “guide” che l’anno scorso non aveva. Quanto le potrà essere d’aiuto soprattutto in questo inizio di stagione in cui tanti suoi americani devono apprendere tante cose e abbastanza velocemente?

La capacità di aiutare a migliorare gli altri e la loro conoscenza del basket italiano saranno fondamentali. Il nostro obiettivo è il controllo della palla grazie a questi due e a Woodard, che ha la capacità di essere un lungo/playmaker che ci consentirà di ridurre la pressione in molti frangenti.

Ha riscontrato diversità tra la vostra preparazione a Chiavenna dello scorso anno e quella che si va a concludere?

Detto del lavoro di ricondizionamento fatto per riabituare i giocatori, il lavoro ha seguito le stesse linee dello scorso anno. Quest’anno sono partito da due idee: tre italiani che conoscevano i miei metodi e americani che già conoscono la nostra realtà. Questo ci aiuta a partire da un livello di conoscenza del gioco più alto rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda l’ospitalità ci tengo a ringraziare la Valchiavenna e i suoi amministratori e i gestori dell’hotel Aurora, che ci hanno fatto sentire come a casa.

Come ci si prepara al debutto ufficiale in un match sempre particolare quale quello con Milano del 27 in Supercoppa?

La preparazione non cambia rispetto all’inizio di stagione normale. Certo sono derby, ai quali bisogna prepararsi con grande senso di responsabilità e grande voglia di far bene. Tutti definiamo Milano la squadra più importante del nostro panorama cestistico.

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