«Cantù? Medaglia e cicatrice»

Intervista con Franco Ciani, ora capo allenatore della Fortitudo Agrigento protagonista in A2 e quindici anni or sono head coach a Cantù

Alla guida del convoglio targato Agrigento che ha determinato nei playoff di serie A2 il capolinea della super favorita Verona c’è un allenatore - ora sulla bocca di tutti - che da questi parti è transitato circa 15 anni fa. Alludiamo, naturalmente, a Franco Ciani, 54 anni, furlano del capoluogo.

Ad Agrigento, lei è ormai un’istituzione tant’è vero che il sindaco le ha conferito un anno fa la cittadinanza onoraria. «

Ammetto che è stata una cerimonia molto bella, con tanto di pergamena, di sindaco in fascia tricolore, di polizia municipale in alta uniforme. Magari un po’ formale, ma già il fatto che l’abbiano pensato è stato piacevole».

Ora la semifinale con Casale. «Le semifinaliste sono Brescia, Torino, Casale Monferrato e, appunto, noi. Debbo forse fornire qualche indizio per giungere alla soluzione? Tre delle prime quattro della stagione sono presenti e così ci si può chiedere semmai che ci facciamo noi lì in mezzo...».

Coach, torniamo indietro di 15 anni. «Sul petto ti puoi appuntare medaglie oppure lamentare cicatrici. Se il primo anno a Cantù è forse stata una piccola medaglia, il secondo è stata sicuramente per me una profonda cicatrice. Ma la tappa professionale canturina dovrà sempre essere valutata positivamente, come un momento importantissimo di crescita anche di fronte alle negatività».

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola venerdì 15 maggio

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