Cantù, nessuna fretta
per il cambio di Leunen

Manca un solo tassello per completare il roster. Tra i più gettonati c’è il nome di Minnerath ma il club continua a monitorare il mercato

Da un paio di settimane sino sono esaurite le firme in casa canturina. Quella di Roberto Rullo, datata 1 agosto, appunto, è l’ultima inchiostrata.

Non che la Pallacanestro Cantù debba prendere ancora chissà quali e quanti giocatori visto che il roster è pressoché al completo, ma intanto resta ancora un tassello da sistemare. Quello, ed è ormai notorio, dell’ala forte che parta dalla panchina. Del cambio di Leunen, insomma.

Un ingaggio, uno soltanto, ma di certo il club biancoblù non è assalito da ansia da prestazione. Ovvero, non intende forzare i tempi per chiudere a ogni costo le varie trattative in corso.

Che poi qualcosa possa pure sbloccarsi entro il fine settimana non è da escludere a priori così come peraltro è da tenere in adeguata considerazione anche l’ipotesi che si vada per le lunghe. Insomma, non è affatto detto che il giorno del raduno - fissato per domenica 25 - ci sarà pure l’ultimo della compagnia.

Di nomi, allo stato attuale, ne circola più d’uno da accostare a Cantù.

Come ad esempio quello di Nick Minnerath, 2.06, un bianco uscito quest’anno da Detroit Mercy - e dunque rookie - pieno zeppo di tatuaggi e con qualche problema di droga in gioventù. In questo momento sul giocatore ci sarebbero però i Lakers, disposti a offrirgli un contratto mensile.

E se di mezzo c’è la Nba, difficile che un americano non risponda presente al richiamo della foresta.

Avanti con Carleton Scott, classe 1988, un 2.03 di colore, protagonista in D-League con Springfield Armor dopo il college a Notre Dame: si tratta di un ala forte che sa interpretare anche il ruolo di ala piccola.

E, ancora, Ed Daniel, rookie 23enne uscito quest’anno da Murray State Racers, un “4” in grado di giocare anche da centro.

Comunque, tra rookie in cerca di gloria, tra giocatori già disponibili per l’Europa, tra chi attende ancora un fischio dalla Nba pur sapendo di non poter spuntare un garantito, tra chi è rimasto disoccupato e tra chi sarà tagliato all’indomani dei training camp Nba, il panorama è alquanto assortito.

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