Ciao, Pianella: quante emozioni
«Io lo montai e adesso lo smonto»

La storia di Colzani, fotografo e tifoso della Pallacanestro Cantù, che ora dà una mano come 40 anni fa

Gli scatti migliori sono tutti nella sua testa e nel suo cuore. Lui c’era allora e c’era domenica, come un bambino che monta e smonta le sue costruzioni Lego. Che storia quella di Patrizio Colzani, sessantenne di Vighizzolo: ha contribuito a montare gli spalti del Pianella nel ’74 e ora, per conto di Davide Marson, li sta smontando per fare spazio nel vecchio palazzetto acquistato dal presidente in pectore di Cantù.

E non sta smontando il vecchio “garage” a cuor leggero: un pizzico di nostalgia, evidentemente, non può mancare. Perché quaranta e rotti anni fa era un ragazzino che dava una mano a costruire il futuro, ora è parte attiva in un presente che sa tanto di ripartenza. E ama le foto: è diventato il fotografo degli Eagles, e con gli Eagles ha passato la domenica – prima di Cantù-Brescia – alla “commemorazione” organizzata sugli spalti del Pianella, prima che venisse smantellata la curva.

Colzani rivive quegli anni con grande nostalgia: «Ero un ragazzino, quando sciur Aldo ci invitava al Pianella chiedendoci se volevano fare qualcosa. Davamo una mano a posizionare le vecchie panche di legno. Allora si poteva, non c’erano molte norme sulla sicurezza. E il “volontariato” per la Pallacanestro Cantù era solo un piacere».

Lui che, ai tempi delle partite alla palestra Parini, faceva il raccattapalle mentre la sua famiglia svolgeva compiti di lavanderia per la società. Ricorda quando venne costruito il Pianella: «Emigrammo per un anno a Brescia, mentre c’erano i lavori a Cucciago. Ora leggo che molte persone si lamentano delle trasferte a Desio… Quando fu pronto, quelle quattro lamiere a noi ragazzi smbravano un palasport stratosferico, abituati come eravamo alla Parini».

Ora quella struttura è destinata a cambiare: «Quando abbiamo riacceso la luce al suo interno mi si è aperto un mondo di ricordi. Il Pianella è il Pianella, c’è poco da fare. È un posto che genera emozioni, lì abbiamo vissuto partite e trionfi leggendari, così come tonfi clamorosi. Dispiace che si perderà il Pianella come tutti l’hanno sempre inteso, ma mi rendo conto che il mondo va avanti: sono certo che, prima o poi, ne avremo uno ancora più bello. Le mosse di Marson finora sono state giuste, sono sicuro che deciderà la cosa migliore anche per il nuovo Pianella».

Colzani non è parte attiva della curva, ma ha fatto trasferte con gli Eagles. Come tutti, ha sofferto parecchio per le vicende societarie di Cantù: «Abbiamo rischiato grosso quando andò via Polti, abbiamo rischiato nuovamente con Gerasimenko. Ora è tornata finalmente quella “canturinità” che mancava e che ci voleva».

L.Spo.-Luca Pinotti

© RIPRODUZIONE RISERVATA