Ballerini, che occasione
«La mia Roubaix in salita»

Domenica il comasco della Quick Step al via della sua corsa preferita, nell’inferno del pavee. «Dal Mondiale scorso non me ne è andata bene una, tra fratture, Covid e rotture meccaniche. Ma sono qui»

Gli appassionati di ciclismo lo sanno: la Parigi-Roubaix è la corsa dei sogni per Davide Ballerini, 28 anni di Cantù, professionista comasco della Quick Step.

Con quella curiosa vicenda del poster appeso in camera dell’omonimo Franco Ballerini immortalato mentre tagliava il traguardo da vincitore nella corsa del pavee. Ballerini ci sarà anche quest’anno. Ma non certo nello stato d’animo di quello che vede tutto rosa.

Una serie di disavventure dalla disputa dello scorso Mondiale in Belgio praticamente sino a oggi. Anzi all’altro ieri, alla Freccia del Bramante, quando una rottura meccanica all’inizio di un muro lo ha costretto al ritiro perché lì non passavano le ammiraglie: «Che sfiga».

La corsa

Ma il pensiero della Roubaix basta a rasserenarlo: «La mia corsa del cuore, sono contento di esserci, anche se non nelle condizioni migliori».

E via con un rosario di contrattempi degli ultimi sette mesi. «Mi sa che devo andare a Lourdes. Non me ne è andata bene una, negli ultimi mesi. Sono caduto al Mondiale, sembrava una botta, ma poi durante la Roubaix dello scorso ottobre (corsa spostata in autunno per la pandemia, ndr) mi sono dovuto fermare per il dolore e si è scoperto che c’era una piccola frattura a una vertebra, perché ero caduto con le borracce infilate nelle tasche dietro. Poi, dopo l’esordio al Saudi della stagione 2022, ho avuto il Covid e mi sono dovuto fermare. Ho fatto la Tirreno, ma appena tornato a casa sono ripiombato in uno stato influenzale forte. Abbiamo pensato a una ricaduta da Covid, ma i tamponi hanno scongiurato questa ipotesi. Fatto sta che ho dovuto saltare la Sanremo e anche il programma delle Classiche del Nord è stato rovinato. Ieri alla Freccia del Bramante è stata la prima volta che ho sentito la gamba buona. Anche se la condizione generale non è il massimo. Vediamo cosa succede».

Influenza

Tra l’altro tutta la squadra ha passato i contagi: «Per lo più influenza, ma eravamo davvero pochi disponibili. La nostra squadra è fortissima a sempre nelle classiche, ma quest’anno abbiamo avuto davvero sfortuna. Alla Roubaix il capitano sarà Asgren e correremo per lui, ma si sa che questa gara è ricca di colpi di scena, di imprevisti e non si sa mai. L’importante è essere in buone condizioni. Ci arrivo un po’ al buio».

Poi il programma prevede la partecipazione al Giro d’Italia: «Prima credo che andrò in altura a Livigno. Poi la corsa rosa. Spero da adesso di essere in forma e di aver pagato il conto con la sfortuna».

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