Belletta, l’oro del Pool Cantù. «Ho fatto di testa mia»

L’impresa Racconta il successo tricolore juniores: «Nessuno, mi è stato dietro. A quel punto, ho deciso di tirare dritto, fino alla fine»

Canturino d’adozione lo è diventato sul finire dello scorso anno. A novembre, quando il Pool Cantù 1999 presentò a tutti il suo rientro in grande stile nel ciclismo su strada nella categoria Juniores, Dario Igor Belletta rappresentava infatti il volto ideale per raccontare la nuova sfida della società sportiva della Città del mobile.

«Quando ho scoperto che c’era in animo questa nuova iniziativa mi sentii subito felice ed entusiasta. Mi sono trovato subito bene. Si vedeva già dalle prime battute che c’era molto affiatamento», racconta il diretto interessato ripensando ai primi incontri con società, staff e compagni di team.

Lui, che arrivava da una decina di vittorie nel 2021 al suo primo anno in categoria, era – ed è a maggior ragione oggi - la punta di diamante di un gruppo, quello allestito dal presidente Ecclesio Terraneo e dal suo braccio operativo Antonio Meroni, costruito per vincere.

Domenica pomeriggio, a Cherasco, la consacrazione, con la vittoria del Campionato italiano e la maglia tricolore che, di qui in avanti, sarà sulle sue spalle.

«Alla fine della terza salita – dice Belletta - ho deciso di seguire l’istinto. Mi sono detto: mi lancio in discesa come so fare io, magari qualcuno mi segue e stacchiamo il gruppetto. Nel caso, dovesse andare male, avrò provato la discesa e basta. Nessuno, però, mi è stato dietro. A quel punto, ho deciso di tirare dritto, fino alla fine».

Trenta e più chilometri in fuga da solo, l’arrivo con quasi 40” sul secondo della lista e la sensazione che, dopo tanta sfortuna in questo inizio anno (soltanto due le vittorie su strada; nel mezzo, tanti piccoli problemi a frenarne le indubbie doti da leader), la ruota sia metaforicamente un po’ girata.

«Felice, soddisfatto e rimborsato» si dice infatti il corridore di Arluno, nella città metropolitana di Milano, che pago della maglia tricolore non lo è affatto, tanto da pensare già al prossimo obiettivo: «Sono felice, sì, ma non è ancora finita», è il monito lanciato nella direzione di quegli Europei in calendario dapprima domenica su strada e, nella settimana seguente, sulla pista che tante soddisfazioni già ha comunque già dato.

«Vediamo domenica, dai», sorride guardando al prossimo traguardo, rispondendo che «è già una mezza risposta» a chi gli domanda se il titolo continentale possa essere pane per i suoi denti.

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