Frigerio e Galli non hanno dubbi
«Como è pronta per il Lombardia»

A ottobre o ad agosto, poco conta: il territorio ha avanzato la propria candidatura

Quando si parla di grandi manifestazioni sportive, in tempo di coronavirus, c’è sempre il rischio di correre dietro alle chimere. Lo ha detto anche il presidente dell’Uci, (Unyon Cyclist International): «Era nostro dovere prevedere un calendario ed evitare un disastro. Poi vedremo come andrà».

Il calendario è stato fatto. E il Giro di Lombardia è in data 31 ottobre. Punto. Si prova a reagire. Ben sapendo che se il 31 ottobre fosse oggi, ben difficilmente si potrebbe correre. L’unica è partire dalle certezze. Per farsi coraggio. E sperare. Il primo dato di fatto, incontrovertibile, è dunque la presenza del Lombardia nel nuovo calendario internazionale. Se si correrà, il Lombardia si farà. Con un piano B: l’anticipo il 22 agosto, se ci sarà la rinuncia dei campionati nazionali fissati in quella data. Ma non è l’unico dato certo. Un altro, molto importante, riguarda il budget: la cifra per avere il Lombardia di nuovo qui è stata già stata messa a budget (circa 70mila euro) dal Comune di Como.

E questo significa la volontà della città di ospitare ancora la corsa monumento. Poi ci sono le incertezze. Quella legata alla reale possibilità di correre, come abbiamo detto. Ma anche al percorso. Rcs conferma il proseguio dell’asse Como-Bergamo, ma senza ancora poter dire dove saranno partenza e arrivo. Incognite da verificare. Bergamo dopo 3 anni di arrivi a Como, vorrà di nuovo l’arrivo per sè? Vedrà il Lombardia come un simbolo di rilancio, di ripartenza? O si accontenterà della partenza, sfibrata da ben altri problemi? Como aspetta di sapere, ben sapendo che saremmo tutti felici di vedere un evento utile a ridare un briciolo di felicità a un territorio così martoriato dal virus. Ma altresì pronta a fare la sua parte nel caso ci fossero le condizioni per avere l’arrivo. Ne abbiamo parlato con i due uomini più operativi sul tema, l’assessore allo sport del Comune di Como Marco Galli e il patron di CentoCantù Paolo Frigerio.

«Noi siamo pronti - dice Galli -: la cifra prevista è stata messa a budget, e questo dà un segnale di quanto ci sia la volontà di avere ancora l’evento in casa nostra. Peraltro la collaborazione con Bergamo è totale, e attendiamo le evoluzioni del caso, tenendo presente anche il momento storico. Vediamo. Ma noi ci siamo. Il 31 ottobre o il 22 agosto? Ci sono pro e contro. In ottobre si rischia sul serio il maltempo, e alcuni tratti, con le foglie per terra, possono diventare pericolosi. Peraltro il 22 agosto avrebbe forse un impatto mediatico minore.Se la gente potrà viaggiare (ma potrà viaggiare?, ndr) ci sarà meno gente. Forse in ottobre c’è più speranza di un ritorno alla normalità anche nella gestione del pubblico».

Paolo Frigerio conferma: «Noi ci siamo. Se le condizioni ci saranno, saremo pronti a fare la nostra parte. Secondo me è meglio il 31 ottobre, in fondo una volta si correva ai primi di novembre... E poi l’autunno adesso è più caldo di trent’anni fa. Sappiamo che l’arrivo a Como tecnicamente e paesaggisticamente è una favola, come hanno confermato anche tanti campioni che abbiamo avuto a Como nei nostri talk show pre gara. In più, permettetemi di rispolverare un orgoglio: le strade di Como hanno certamente ridato nobiltà e grandezza a una gara che si era un po’ persa e che con gli arrivi in Brianza era un po’ più anonima. Adesso, il Lombardia è una perla mondiale. Per questo Como resta attaccata a questa corsa ed è pronta. La Gran Fondo? Ci teniamo da matti, e potremmo inventarci nuove idee come le partenze scaglionate. Ma adesso è presto per capire se si potrà fare». Prossima puntata? Un incontro con Mauro Vegni di Rcs entro questo mese.

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