Como: 18 mesi di squalifica a Corda
«Inibito, svolge attività dirigenziali»

Dopo una lunga inchiesta è arrivata la sentenza della commissione disciplinare del Settore tecnico federale

Diciotto mesi di squalifica a Ninni Corda. E’ la sentenza emessa dalla commissione disciplinare del Settore tecnico federale, in seguito all’inchiesta condotta in questi mesi, da quando cioè è arrivato nel Como.

Quello che si contesta a Corda, che in questo momento sta scontando ancora una precedente squalifica di tre anni e tre mesi che terminerà nel prossimo mese di ottobre, è il fatto di essersi tesserato «con fittizie mansioni di collaboratore prima squadra, svolgendo di fatto attività dirigenziali con ampi poteri di gestione sportiva e amministrativa».

Un comportamento che, secondo l’organo giudicante è messo in atto per eludere le norme che impediscono a dirigenti e tesserati colpiti da provvedimenti disciplinari di svolgere attività in ambito federale.Una condotta che viene appunto definita «particolarmente grave» proprio perchè tenuta durante un periodo di squalifica «con l’intento di aggirare la normativa federale e dunque in mala fede».

A supporto di questa sentenza vengono citate anche le testimonianze di alcune delle persone sentite durante questi mesi di inchiesta, in particolare Bellotti, ex collaboratore, Ardito, Del Caro ex allenatore dei portieri, Gilardoni, ex team manager, Guazzo, l’avvocato Diana e il segretario del Como Bressani. Da queste testimonianze, secondo quanto si legge nella sentenza, emergerebbe che Corda abbia svolto attività assimilabili a quelle di un direttore generale, quindi contattando giocatori e tecnici, effettuato pagamenti, il tutto con un proprio ufficio in sede. Ritenute inattendibili e contradditorie, invece, le testimonianze richiamate nella memoria difensiva presentata dall’avvocato Eduardo Chiacchio: in particolare la sentenza cita Fall, Sentinelli,Gentile, Nicastro e Felleca.

A proposito di difesa, idopo la sentenza è intervenuto l’avvocato Chiacchio. «Chiederemo l’annullamento di questa sentenza innanzitutto per la violazione del diritto di contradditorio e di difesa. Noi abbiamo chiesto un rinvio del dibattimento, che non è stato accettato. L’udienza quindi si è svolta in nostra assenza, senza la possibilità di controbattere direttamente alle accuse. Lo stesso Corda ci teneva a essere presente per esprimere le sue considerazioni, si è invece deciso di procedere senza di noi. E prima ancora di entrare nel merito della questione va rispettato il diritto di difesa. Dunque chiederemo che questa sentenza sia annullata».

Nella comunicazione, però, la Disciplinare del settore tecnico fa sì cenno a questa richiesta di rinvio, istanza pervenuta a quanto si legge poche ore prima dell’udienza e motivata da una “sindrome parainfluenzale” di Corda, che gli avrebbe impedito di essere presente. Si sottolinea che all’udienza avrebbero potuto presenziare comunque i suoi avvocati - «il deferito risulta assistito da ben quattro difensori di fiducia» - e che la Commissione non è tenuta a prendere in considerazione ogni richiesta di rinvio.

Facendo le somme, se questa sentenza non cambierà, la sua squalifica finirebbe tra due anni, nell’aprile 2020.

(Lilliana Cavatorta)

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