Della Fiori: «Cantù, sfide così
ci fanno solamente bene»

Vitasnella incanta a Milano ma alla fine perde. «Soddisfatto? No, arrabbiato. Però tranquillo. Approfittiamo di queste lezioni, ci serviranno»

Cantù ha perso, viva Cantù. Perché a Milano non è morta, perché non ha preso il trentello che poteva anche essere logico aspettarsi. E perché fino agli ultimi secondi di gara è stata lì a giocarsela. Dopo aver visto la fine molto vicina ed essere poi risalita da parziali che avrebbero stroncato anche un cavallo di razza.

Il dopo partita di Daniele Della Fiori, anche per questo, è agrodolce.Passa infatti all’incasso dei complimenti (e sono piovuti da più parti), ma avverte quasi una sensazione di vuoto. E si lascia scappare un «eh, sì. Tutto vero, tutto bello, ma abbiamo perso».

Non è delusione, però. Anzi. È l’ennesimo clamoroso atto d’amore (infinito) nei confronti della sua squadra. La lucida presa d’atto di una situazione che, paradossalmente, ti fa dire - dopo non aver vinto dove gli altri ne hanno prese, e non poche -: «Però abbiamo perso».

Sentire il giovane ds per credere: «Molto bene. E per tante voci: atteggiamento, combattività e sfrontatezza. Siano stati bravi, inesauribili, tosti, ma secondo me sarebbe un clamoroso errore dire che siamo soddisfatti. Bisogna essere arrabbiati, e deve essere questo sentimento la spinta per il futuro della stagione».

Della Fiori sa il valore della squadra e sa quanto potrà arrivare lontano. «Riproporre a livello tecnico, tattico, mentale e di energia quello che abbiamo messo in mostra al Forum, vuol dire essere su un’ottima strada. Caratteristiche che, le avessimo avute in un paio o tre di trasferte realmente buttate via, ci avrebbero fatti stare un po’ più tranquilli. E, in questo senso, con l’EA7 non è stata una lezione, ma la lezione. Che, ben recepita, potrà anche risultare molto utile».

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