Dolfin, ranista-chirurgo davvero unico

Con le gambe amputate, è il primo in Italia a operare grazie a una speciale carrozzina che lo porta eretto

Chirurgo, marito e padre di due gemelli. E ancora, atleta della nazionale italiana di nuoto, da ieri in Portogallo dove a Funchal, dall’1 al 7 maggio, si svolgerà il campionato europeo Ipc Swimming.

La vita di Marco Dolfin, 34 anni, torinese in forza alla Briantea84 da tre stagioni, corre a mille all’ora. Ancora di più dall’11 ottobre 2011 quando - a poco più di un mese dal suo matrimonio - sulla strada verso l’ospedale San Giovanni Bosco di Torino (dove aveva appena firmato per un posto da ortopedico), un incidente in moto ha rimescolato le carte. Ma non necessariamente come ci si aspetterebbe.

Oggi Dolfin è il quinto al mondo nei 100 rana (classe SB5) col tempo di 1’40’’89, che è anche record italiano. I suoi obiettivi non si sono mai ridimensionati, in nessun campo: è il primo chirurgo ortopedico in Italia a operare grazie a una speciale carrozzina che lo porta eretto.

«L’incidente mi ha dato molto»

«L’incidente è capitato in un momento particolare - racconta Marco, alla vigilia della partenza -: a trent’anni una persona sente di aver raggiunto il massimo dell’autonomia, inizia a farsi una famiglia propria, un lavoro. Da un momento all’altro ti trovi tutt’altro che autonomo. È stato fondamentale l’anno di riabilitazione, in cui ho cercato di ritrovare le conquiste di prima».

L’intervista integrale sulla Provincia di venerdì 29 aprile

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