Elli, cinquant’anni
e un posto da ds

L’ex ciclista professionista comasco si è accasato in Danimarca: «Ho accettato con entusiasmo questo incarico in quanto mi dà l’opportunità di lavorare, evento sempre meno frequente da noi»

Domenica ha spento cinquanta candeline Alberto Elli da Giussano (è nato nella città del più celebre Alberto il 9 marzo 1964) comasco d’adozione, già apprezzato corridore e, da alcuni anni, anche come direttore sportivo.

Elli ha fatto le valigie ed è volato a Copenhagen per assumere il ruolo di ds. della Christina Watches-Onfone-Kuma, società che ha deciso di incrementare la propria componente italiana per la stagione 2014. Nello staff tecnico con Elli ci sarà anche Eddy Serri.

«Ho accettato con entusiasmo questo incarico in quanto mi dà l’opportunità di lavorare, evento sempre meno frequente da noi. - spiega l’ex corridore – A farmi propendere per questa scelta è stato anche il progetto della società danese finalizzato alla crescita dei giovani talenti per cui questo ingaggio mi dà la possibilità di mettere a disposizione dei giovani quanto ho imparato come atleta e quindi sull’ammiraglia».

Lei ha sempre avuto un particolare feeling con le società d’oltralpe, come lo spiega? «Da noi è sempre difficile trovare chi è disposto a impostare programmi su corridori cresciuti nei nostri vivai mentre all’estero ad essere privilegiate sono la determinazione nel perseguire certe méte».

Lei in carriera ha vinto trenta corse ma soprattutto la ricordano in maglia gialla al Tour del 2000. «Quei quattro giorni nel luglio 2000 in cui ero il primo in classifica sono indubbiamente il ricordo più bello. In 17 anni ho tanti ricordi sia per le vittorie ottenute lottando fino all’ultima pedalata, come l’aver fatto parte di team prestigiosi. A fine ’96 c’è stato un grande salto: dalla MG sono passato alla Casinò, un team che da me voleva i risultati e di conseguenza mi sono preso responsabilità maggiori. Lì è cambiato tutto: avevo corridori a mia disposizione per vincere e la sfida è stata oltremodo intrigante. Poi le stagioni con la Telekom. In cima ai miei ricordi c’è sempre una maglia gialla: essere al centro dell’attenzione di tutto il mondo è stato bellissimo: quella notorietà mi ha ripagato per i sacrifici fatti sin dall’esordio avvenuto nel 1987 nei professionisti con la Remac».

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