Fioretti: «Ma Cantù non è solo Metta»

È la sua quarta stagione a Reggio Emilia. Segno che tra lui e il club il legame è ormai decisamente profondo oltre che ben collaudato.

E se Cantù resta la sua prima casa (perché qui è nato oltre a essere cestisticamente cresciuto quale assistente via via di Ciani, Sacripanti, Dalmonte e Trinchieri), la Reggiana rappresenta ora per Flavio Fioretti qualcosa di più di una semplice seconda dimora. Con il PalaBigi ad aver soppiantato il Pianella. «In casa andiamo forte - confessa - ma domenica ci attende un insidiosissimo banco di prova. Perché la Vitasnella è decisamente “on fire” ed eccezion fatta per lo scivolone di Venezia, sembra essere la formazione più in forma del campionato. Noi, invece, dopo aver pian piano recuperato tutti gli infortunati, stiamo ancora cercando un nostro equilibrio, una nuova chimica e la migliore condizione per essere protagonisti nei playoff».

Intanto, però, Reggio è terza e Cantù settima... «Vero, però mi sembra che con l’arrivo di World Peace le cose siano cambiate e di molto in Brianza - risponde Fioretti -. Metta garantisce efficacia sui due lati del campo: offre consistenza difensiva dall’alto della sua indubbia esperienza e rappresenta un punto di riferimento offensivo soprattutto nei momenti di difficoltà quando si cerca qualcuno a cui affidarsi. Ha un efficace uno-contro-uno, giocate in post basso, tiro da tre punti, va forte al rimbalzo in attacco. Insomma... Inoltre mi ha colpito per l’atteggiamento. Con lui Cantù ha davvero pescato un jolly. Ma...». Ma? «L’errore più grosso da parte nostra sarebbe quello di concentrarsi troppo su di lui perché Cantù è molto profonda e ha diversi giocatori che ti possono colpire in modi molto diversi. Per di più. il derby stravinto con Milano ha dato loro una carica pazzesca sviluppando ancor maggior energia. Ripeto, dovremo stare particolarmente attenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA