Galbiati e Mancuso: «Ripartiremo»
Nicolini: «Vergogna: 8 vinte su 30»

I pareri dei tifosi vip sulla retrocessione della Pallacanestro Cantù

Quasi una settimana dopo il “fattaccio”, non si è smaltita la delusione. La retrocessione di Cantù in A2 brucia ancora tra tutti i tifosi. Ma si comincia già a guardare al futuro, per forza di cose. «Credo che le cause vere della retrocessione – spiega Pierluigi Marzorati -, siano due: budget condizionato e covid. Purtroppo, per ristrutturare il debito ereditato dalla vecchia gestione, si sono tolte risorse alla squadra».

La doppia ondata covid ha fatto il resto: «La seconda è stata ancora più pesante perché ha colpito lo staff tecnico. Rispetto ad altre stagioni complicate, stavolta è mancata la crescita della squadra nel corso della stagione. Il futuro? Preferirei la serie A, magari confermando i nostri italiani», ha concluso il “Pierlo”.

Nel triplo ruolo di tifosa, figlia d’arte e amministratrice pubblica, il sindaco di Cantù, Alice Galbiati, prova a guardare avanti: «Non è stata la stagione che ci aspettavamo, purtroppo la sconfitta a Bologna ha confermato il trend dell’annata. Bisogna fare anche i conti con la storia: due anni fa stavamo per sparire, un rallentamento ci può stare. Cantù però si riprenderà: ha sempre dimostrato forza nelle avversità». E conferma l’impegno dell’amministrazione nel progetto del nuovo palazzetto: «Si va avanti, con ancora più forza e convinzione: sarà importante per il rilancio».

Mario Nicolini è molto critico con la squadra, ma non vuole cercare colpevoli: «Il bilancio è disastroso: 8 partite vinte su 30, è una vergogna. Rischiamo di chiudere a -6 dalla penultima, è una disfatta netta. Ma i dirigenti hanno preso coscienza di questo e personalmente ho riscoperto una grande società, importante e solida». Tra A e A2, Nicolini non ha dubbi: «Buttiamoci in mezzo alle gambe del diavolo per la A. Ci sarebbero ottimi presupposti economici dopo aver ristrutturato il debito: non dovremo vivere mai più una stagione come questa, siamo stati impresentabili e ce ne siamo resi conto a settembre».

Claudio Vaccani, parla a titolo personale e del suo club, il Basket Club Tremezzina: «Siamo fiduciosi perché, subito dopo la retrocessione, sono arrivati segnali incoraggianti dalla società. La A2 sarebbe la logica ripartenza, ma è stato un campionato strano: si poteva decidere subito per il blocco. O anche quando è sparita Roma: la sua eliminazione ha falsato il percorso delle squadre di bassa classifica».

Chiude Paolo Mancuso: «La nostra storia non può essere scalfita da questa retrocessione. Come già successo 25 anni fa, ci rialzeremo. Anche perché ci sono tanto progetti e non si sta fermando nulla, grazie a una società stabile».

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