Gandini guarda avanti
«Voglia di rivincita»

«L’anno scorso siamo stati bravi e fortunati con Hayes e Burnell, ma non sempre va così»

«È stata la stagione degli incastri sbagliati, ma se ne può uscire con una grande voglia di rivincita, partendo dal lavoro e con la volontà di migliorare le cose che puoi controllare». La retrocessione è stata dura per tutti, anche per Marco Gandini, assistente di Pancotto prima e Bucchi dopo sulla panchina della S.Bernardo Cantù.

Un assistente che non si sottrae alla valutazione della stagione e ai bilanci: «Premessa doverosa: noi lavoriamo con un budget basso, quindi le scommesse sono un bel po’. L’anno scorso siamo stati bravi e fortunati con Hayes e Burnell, ma non sempre va così».

Sbagliati i rookie? «Con Johnson abbiamo visto giusto, ma ha subìto il contraccolpo del cambio di coach, del continuo cambio di minutaggio a seconda della presenza di Smith e della poca abitudine a disputare stagioni lunghe. Scommessa vinta a metà».

E Kennedy? «Troppo altalenante. Si è espresso su livelli pazzeschi contro Trieste, poi ha sfoderato altre prestazioni completamente insufficienti. Ripeto, i rookie per noi sono un rischio obbligato».

Altro errore? «Onestamente, ci siamo “incartati” con i lunghi: prima di decidere tra Kennedy e Bigby-Williams, anche Bucchi ha avuto bisogno di conoscerli meglio e capirli».

Non poteva mancare un riferimento al Covid, immancabile nelle analisi dei protagonisti: «Siamo stati i primi in serie A ad affrontarlo e, nel bene e nel male, siamo stati apripista per tutti. Su come gestirlo, su come riprendere dopo la negatività, su come approcciare alle partite. Ci ha colpiti nei momenti sbagliati, con Bucchi stavamo andando meglio, ci eravamo rimessi in carreggiata: si sono ammalati contemporaneamente bomber e coach, il contraccolpo c’è stato».

Per Gandini, non c’è la partita del rimpianto assoluto: «Penso alle due con Trento, all’ultimo possesso in casa con Brescia. Penso alla sfida decisiva con Reggio, con loro che avevano riposato il mercoledì mentre noi vincevamo a Brescia. E ci metto anche Milano: con Gaines disponibile e uno dello staff in panchina, con l’Olimpia che non stava attraversando un gran periodo, potevamo pensare al colpaccio».

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