Giorgi: «A un certo punto
pensavo di non farcela»

Il racconto della campionessa di Cabiate, bronzo ai Mondiali nella marcia

Quella medaglia l’ha voluta e cercata con tutta la sua forza, di volontà e di carattere. Eleonora Giorgi è entrata nella storia dell’atletica italiana e comasca, con il bronzo conquistato nella 50 chilometri di marcia del campionato mondiale di Doha.

Al termine di una gara che, con il trascorrere dei giorni, assume sempre più i contorni epici. La cabiatese (30 anni) era consapevole che non sarebbe stata una passeggiata non solo per la “lunga” distanza ma anche per le “pazzesche” condizioni climatiche (nonostante si sia gareggiato di notte, la temperatura e l’afa, nella capitale del Qatar, erano alle stelle), ma la realtà ha superato anche la fantasia più pessimista. Tanto che la comasca ha dovuto scacciare anche i fantasmi dei problemi fisici per tenersi stretta il bronzo. «Questa medaglia l’ho sognata tanto - confessa Giorgi -, ma non l’ho mai data per scontata. Anzi con queste condizioni climatiche ed i problemi intestinali che ho avuto durante la gara mi sono anche preoccupata».

Ma non ha mai pensato, nemmeno per un istante di mollare. Perché nel suo “vocabolario” la parola ritiro non esiste. Lo sa bene Vittorio Zeni, l’allenatore di Villa Guardia che l’ha condotta per mano nel passaggio dal mezzofondo alla marcia, quando aveva già 18 anni. «Ha sempre avuto una grande forza di volontà e il senso del dovere -spiega -.Quando si allenava, non discuteva mai - come invece fanno tanti altri - le indicazioni: si metteva giù a testa bassa e finché non aveva concluso il programma, non si fermava. A Doha è stata eccezionale in una gara che è stata molto più dura e pesante di una cinquanta “normale”. Un’altra, dopo tutti i problemi intestinali e di stomaco, avrebbe sicuramente alzato bandiera bianca».

Così è arrivata la consacrazione e la medaglia che, potrebbe anche essere l’unica della spedizione italiana al Mondiale. «A un certo punto ho anche rischiato di non farcela - confessa Giorgi -. Al trentesimo chilometro ho temuto che il fisico si ribellasse a quella follia, ma ci tenevo tanto, troppo. Sapevo che era la mia occasione e non volevo lasciarmela scappare». E la cabiatese non l’ha lasciata scappare. «Forse non ho ancora completamente realizzato l’impresa che ho compiuto - aggiunge -. Posso solo dire che ci ho messa testa, gambe e cuore».

Il bronzo potrebbe essere il primo e l’ultimo nella cinquanta. La federazione internazionale ha infatti deciso di eliminare dal programma la distanza più lunga. Lo ha fatto prima della gara “epica” di Doha e non per motivi “umanitari” ,ma per assecondare le esigenze televisive (quattro ore abbondanti sono troppe anche per gli appassionati).

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