Giorgi: «Il 2019, un anno magico
E intorno a me c’è un bel clima»

Medaglia di bronzo nella 50 chilometri mondiale: «Sono qui per migliorarmi»

Era rimasta amareggiata per non essere nemmeno stata invitata alla serata dei Gazzetta Awards, gli Oscar dello sport, dove era in corsa per diventare “Donna dell’anno”, ma si è ampiamente rifatta con il titolo di “Atleta dell’anno della Fidal” e il suo bronzo nella 50 km mondiale è stato il primo tra i cinque momenti azzurri da ricordare.

Il 2019 è stato un anno “felice” per Eleonora Giorgi che si è rilanciata alla grande, dopo le delusioni delle squalifiche olimpiche e mondiali sulla venti. Il 2020 porta il grande appuntamento di Tokyo, con la cabiatese che dovrà per forza di cose (non essendo prevista nel programma la gara più lunga) riadattarsi alla venti.

La “marcia” di avvicinamento è già iniziata con le tre settimane di preparazione al caldo di San Diego, in California. «Tornare alla 20 km non mi destabilizza - spiega la marciatrice delle Fiamme Azzurre, che sulla distanza detiene il record italiano, in 1h26’17” stabilito nel 2015 a Murcia -. Ne ho fatte di buone anche in questa stagione (1h27’46” a Podebrady in aprile, ndr). Senza la cinquanta, la distanza più breve diventa ancora più competitiva di quanto già sia, con tante avversarie ancora più agguerrite. Il 2019 è stato magico e sarà difficile da ripetere, ma sono qui per migliorarmi ancora» .

Dopo il passaggio alla lunga distanza, le squalifiche sono sparite. E non è stato un caso. «Sto lavorando molto sulla tecnica, e marciare per così tanti chilometri mi sta rendendo più fluida. La velocità di gara inevitabilmente più ridotta - precisa - mi ha aiutata ad avere un’azione più composta e a procedere più rilassata, con minori tensioni fisiche e mentali. Il perentorio successo di Alytus (Coppa Europa con annesso record europeo sulla distanza, ndr) mi ha peraltro fornito un primo bagaglio di sensazioni positive che mi sono servite non poco quando mi sono trovata ad affrontare per la seconda volta la distanza ai mondiali. Un altro esame, che per fortuna ho superato con un voto altissimo. Un bronzo mondiale vinto in condizioni così estreme vale davvero molto».

Un terzo posto iridato, che è il punto di partenza di una “nuova” carriera. «La 50 chilometri dei Mondiali mi ha insegnato che posso superare qualsiasi crisi. E a chi mi chiede come abbia fatto a resistere a Doha, rispondo che non lo so nemmeno io: andavo e basta».

Nella fornace di Doha, Giorgi ha firmato il principale risultato azzurro della stagione. Un bronzo che è un viaggio ai limiti dell’umano, al termine di una gara condotta in condizioni estreme con caldo soffocante umidità alle stelle. Ma questo ormai fa parte del passato.

Il futuro è dietro l’angolo con la cabiatese che ha già ricominciato ad allenarsi. «Rispetto agli anni precedenti ho ripreso con più calma - dice -. Qualche giorno di vacanza per staccare e riposarmi e poi a Tirrenia, prima di partire per San Diego».

Al rientro in Italia, tornerà ad allenarsi con i lunghi a Milano, chiamando a raccolta i tifosi, anche comaschi, che l’hanno accompagnata durante la preparazione per Doha. «Vedo intorno a me - conclude Giorgi - un bel clima; tanti amatori che stanno preparando maratone mi scrivono perché vogliono tornare ad allenarsi con me quando farò i “lunghi”, come faccio spesso a Milano».

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