I big canturini stanno con Recalcati
«Proposte preziose: diamo seguito»

Le considerazioni di Giofrè, Della Fiori e Brienza sulle idee del Charlie affidate al nostro giornale.

Le parole e soprattutto le proposte che Calo Recalcati ha affidato l’altro giorno al nostro giornale non sono certo passate inosservate in quel piccolo mondo che resta pur sempre la pallacanestro italiana. In un momento di silenzi assordanti (basti dire che nell’ultima assemblea di Lega le attuali problematiche non sono state neppure sfiorate e che lo stop alle retrocessioni passa sempre per argomento - “politicamente” - tabù...), le “uscite” dei Messina e dei Recalcati sono autentiche boccate d’aria. Restando ai proopsiti del Charlie, abbiamo chiamato in causa tre autorevoli personaggi canturini che frequentano la serie A per avere un loro commento.

Innanzitutto, però, è opportuno sintetizzare il senso dell’intervento di Recalcati. «Tenuto conto che tante partite verranno rinviate e che sarà difficile recuperarle tutte - il concetto -, trasformiamo la classifica sulla scorta delle percentuale di vittorie e sconfitte al di là del numero di gare effettivamente disputate. Playoff per tutti, semmai accorciati e naturalmente zero retrocessioni. Serve rendere la stagione la più indolore possibile e siccome non avrai poi più gli spazi per procedere con tutti i recuperi, ecco che non tutti dovranno per forza giocare lo stesso numero di partite».

«La premessa è che uno come lui non parla mai a sproposito, dicendo sempre cose intelligenti e che hanno senso - così Simone Giofrè, direttore sportivo di Brindisi -. Queste sue idee mi piacciono, anche se il blocco delle retrocessioni andava pensato dal principio. Ora, invece, si corre il rischio che alcune squadre inizino a liberare qualche loro giocatore straniero per risparmiare quattrini. Perché questo è il vero problema. E così facendo il livello competitivo diverrebbe impresentabile. Si potrebbe allora stabilire che dei 12 atleti contrattualizzati se ne possano cambiare solo fino a un tot».

«Quanto alla classifica da determinare sulla percentuale di vittorie, modello conference - ancora Giofrè - bisognerebbe magari riuscire a completare il girone d’andata in modo tale che tutti abbiano giocato contro tutti. E poi, visto che all’atto pratico senza pubblico il fattore campo non esiste, studiare una formula diversa per portare a termine la stagione. Aggiungo che come movimento non siamo stati molto lungimiranti nel non pensare che il campionato si potesse disputare in maniera differente rispetto al solito. E che giganti come Messina e Recalcati che hanno intelligenza, saggezza ed esperienza andrebbero ingaggiati dalla Lega come consulenti».

«Questo campionato si sta in effetti dimostrando molto complicato - la considerazione di Daniele Della Fiori, gm della Pallacanestro Cantù -. Così strano e anomalo che alimenta più di un sospetto sull’equità competitiva. Interessanti le proposte di Recalcati, anche se in effetti, al di là delle loro specificità, ce ne starebbero pure altre. E non ho dubbi sul fatto che chi di dovere si stia muovendo. Insomma, occorre ideare un piano da B da adottare qualora non ci fosse la possibiltà di andare avanti con la formula attuale».

«La soluzione non è quella di fermarsi - chiosa il “Della” - e dobbiamo sforzarci di continuare sia per rimanere vivi come movimento sia per offrire un momento di sano vago agli appassionati».

«Sul blocco delle retrocessioni erano state fatte considerazioni ancor prima dell’estate, ma non tutti erano d’accordo - ricorda Nicola Brienza, capo allenatore di Trento -. Allo stato potrebbe essere una soluzione, ma soltanto se adottata non per salvare un anno bensì in funzione di programmazione di un momento di crescita. Insomma, non fine a se stessa perché significherebbe nascondere un’altra volta la polvere sotto al tappeto, ma occasione per ridare una prospettiva in momenti grami come questi. Quanto alla classifica determinata secondo le percentuali sono più scettico non perché sia sbagliata l’idea, ma perché certe cose fatte all’inizio dell’anno hanno un senso, mentre ora ne avrebbero un altro. Andrei avanti così, anche se ci saranno squadre che dovranno giocare quattro partite a settimana, sperando di aver la possibilità di farlo. Non è certo il massimo, ma dobbiamo dimostrare capacità di adattamento».

«Do infatti per scontato - puntualizza il coach - che la stagione dovrà essere portata a termine in qualunque caso perché è doveroso e perché in un frangente particolare avere un momento di svago per le persone che ci seguono può significare parecchio e servire a dare una mano. Insomma, abbiamo una sorta di ruolo sociale».

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