Il Como si concentra sul gran finale
Corda: «Si parla con il contagocce»

Autorizzati a rilasciare dichiarazioni solo i dirigenti, il mister e due giocatori

«Certe volte è meglio stare zitti»

Testa bassa, massima concentrazione e bocche il più possibile chiuse. La strada del Como verso il successo, secondo Ninni Corda, passa anche attraverso il silenzio. O comunque parole molto misurate. Non un silenzio stampa, ma l’ordine di scuderia da qui in avanti sarà molto chiaro. «Si parla con il contagocce. Quello che c’è da dire lo diremo noi, Andreucci, io, i dirigenti. E casomai i giocatori più esperti, capitano e vicecapitano, salvo situazioni particolari che valuteremo».

L’intento, secondo Corda, è quello di mettere al sicuro chiunque da possibili dichiarazioni inopportune. Trionfalismi, entusiasmi fuori misura, considerazioni sugli avversari. «Ci sono state, sia pure in buona fede, dichiarazioni che possono essere controproducenti. Da qui alla fine, basta. Deve esserci una linea comune improntata a un profilo basso, alla massima concentrazione. Meglio stare zitti e fare quello che dobbiamo fare. Cioè vincere sette partite. E basta».

C’è stato comunque qualcosa nelle dichiarazioni dei giocatori che ha infastidito lui e lo staff. «Qualcuno ha parlato di buona partita a Casale nonostante la sconfitta... ma quale buona partita che abbiamo fatto malissimo? Oppure, non mi è piaciuto sentir dire che dobbiamo preoccuparci solo di chi sta davanti e non di chi insegue, e infatti la Caronnese è ancora qui a tre punti da noi... i giocatori sono e restano liberi di fare i commenti che vogliono, ma all’esterno devono uscire i messaggi giusti, e anche il modo di esprimersi conta quando si insegue un obiettivo così importante, in una fase così delicata. Perciò, meno si parla e meglio è. Non significa che nessuno parlerà più, ma la valutazione spetta in primis allo staff e alla società».

Insomma, vedremo strada facendo che cosa significherà questa linea di condotta. «Tutte le energie devono restare solo sul campo, ogni giorno. Perchè non possiamo più sbagliare nemmeno mezzo allenamento, quando è accaduto di non lavorare bene durante la settimana poi abbiamo perso, guarda caso.Adesso io parto dal presupposto che il Gozzano vinca sei partite, e che noi per arrivare primi dobbiamo vincerne sette. Qualsiasi parola in più rischia di essere una distrazione inutile, e noi non possiamo permettercela».

© RIPRODUZIONE RISERVATA