Il Poz: «Una mosca bianca
Ecco cos’è il Charlie»

Intervista con Gianmarco Pozzecco, ritenuto il “figlioccio” di Recalcati.

«Io giocavo a pallacanestro per far felice lui». È la dichiarazione d’amore che Gianmarco Pozzecco a più riprese ha dedicato a Carlo Recalcati. Del quale si sente il “figlioccio” «perché lui rappresenta il mio punto di riferimento da sempre e per antonamasia».

Tra i due il rapporto è consolidato, cementato in particolare dallo scudetto a Varese nel 1999 e dall’argento olimpico con la Nazionale nel 2004. Il “Poz”, intanto, dalla scorsa stagione è assistente allenatore al Cedevita Zagabria.

«Troppe volte durante una conferenza stampa del dopo partita abbiamo sentito i coach dichiarare “bravi i ragazzi ad aver ben eseguito il piano partita”. Si rifugiano dietro questa affermazione perché non hanno le palle per dire “ho vinto io, tatticamente”. Ma vaffa... Charlie è esattamente il contrario. Perché sa che il piano partita ha un valore relativo e soprattutto nel momento in cui tu hai anche un piano partita efficiente e adeguato, poi la parte più difficile è quella di metterlo in pratica. Non credo sentiremo mai in conferenza il Charlie dire una stronzata del genere».

Sicuro?

«Sì. La vive con responsabilità ma pure con distacco rispetto al voler ergersi a protagonista. Senza aver l’esigenza che gli debbano essere ascritti determinati meriti. E poi c’è un altro aspetto che lo rende unico».

Quale?

«La premessa è che risulta difficile smuovere un allenatore dalle proprie convinzioni e così anche se gli parli non ti dà la sensazione che stia realmente ad ascoltarti perché molto probabilmente ritiene di saper già tutto. Il Charlie, invece, che tra l’altro è uno di quelli che sa più di tutti, quando parli ti ascolta veramente. Perché ritiene che ciò che gli stai facendo presente possa magari avere un senso. Anche sotto questo profilo è una mosca bianca. Detto dalla mosca atomica...».

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