Il rugby “riapre”
ma non per i Cinghiali

Dal 1° febbraio tutte le società di campionati di interesse nazionale potranno allenarsi. Non così la C2 con il Como.

Il rugby apre agli allenamenti collettivi, senza contatto sino al 31 gennaio, con la possibilità per i club di utilizzare palestra e spogliatoi, nel rispetto dei principi di distanziamento sociale. La decisione è stata adottata in previsione della ripresa dell’attività agonistica, fissata per il 7 marzo prossimo. Per ora.

Il 1° febbraio per tutte le società partecipanti ai campionati di interesse nazionale, sarà invece autorizzata la regolare ripresa degli allenamenti di contatto, degli allenamenti congiunti e delle amichevoli. Lo spartiacque è la dizione “interesse nazionale” con il protocollo che per ora autorizza le attività per le seguenti categorie: Peroni Top10 (che si disputa regolarmente è dove gioca il comasco Davide Ruggeri con il Rovigo), serie A maschile (con il comasco Stefano Betti nel Milano) e serie A femminile (con Maria Magatti nel Cus Milano, alcune Spartane con Parabiago e altre comasche nel Monza), serie B, serie C Girone 1, Under 18 maschile, Under 16 maschile.

Dall’elenco rimane, per il momento, esclusa la serie C2 regionale. I Cinghiali, ormai ai blocchi di partenza da undici mesi, dovranno avere ancora pazienza. Anche se si prospetta lo spettro dell’annullamento della stagione. Iniziare un campionato a marzo o peggio ancora ad aprile non sarebbe proprio il massimo.

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