«Italiani non ancora pagati
Gli stranieri? Pochi ritardi»

Il general manager della Pallacanestro Cantù: «La prima mensilità andava corrisposta entro il 10 ottobre».

“Bambole non c’è una lira” era la frase che l’impresario (nello spettacolo interpretato da Tino Scotti) diceva alle ballerine quando gli incassi della serata erano stati insufficienti e dunque non potevano essere retribuite. Quello era avanspettacolo, ma richiama e rispetta il varietà che da tempo sta allestendo la Pallacanestro Cantù. Dove in luogo delle soubrettine ci sono i giocatori e il posto delle lire l’hanno preso gli euro. Che mancano...

«Per quanto riguarda i contratti depositati in Lega basket il primo pagamento, ovvero un decimo della cifra messa nero su bianco, doveva essere fatto entro il 10 ottobre - cerca di chiarire un po’ la situazione Toni Cappellari -. La prima mensilità andava dunque corrisposta entro i primi giorni di questo mese. A margine di ciò ci sono gli accordi personali. Del tipo che alcuni concordano i pagamenti dal 1° di luglio al 30 giugno successivo con scadenze differenziate. Che dunque divergono a seconda di questo o quel giocatore. Ebbene, a oggi, gli stranieri sono già stati in parte liquidati e con loro abbiamo pochissimi ritardi. Con gli italiani invece no, perché il primo pagamento doveva essere effettuato entro la prima decade di ottobre e ciò non è stato fatto».

Tecnicamente, dal 14 agosto (data del raduno) al 29 settembre (data del tesseramento), gli italiani non avevano dunque contratto? «È così. Ma non significa che abbiano lavorato gratis. Nel senso che se uno percepisce ”tot”, questo “tot” va suddiviso in 10 mensilità. È chiaro che il primo pagamento assorbe il periodo dal giorno del raduno al 10 ottobre ed è così la rata più importante». Appunto.

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