Jenkins, mister aggressività
«In difesa sono uno che morde»

La guardia americana di Cantù è tra le note più liete di questo precampionato. «La facilità di tiro il mio punto di forza in attacco. Sacripanti? Chiaro e diretto»

Contro Montegranaro, l’altra sera per il Trofeo “Fabio e Simo”, Michael Jenkins stava viaggiando a 5/7 nel tiro da tre punti. Naturale, dunque, che negli ultimissimi secondi del match, con Cantù sotto di tre lunghezze, il pallone per la conclusione dall’arco dei 6.75 che sarebbe eventualmente valsa il supplementare, sia finito nelle sue mani. Ma la tripla è finita sul ferro.

Si sta parlando di precampionato e dunque, in pratica, quasi del nulla, ma non c’è comunque rimasto male la 27enne guardia americana da questa stagione in biancoblù? «Ovvio che non possa essere felice, ma sarei stato più triste se un tiro del genere l’avessi fallito in campionato oppure in Eurocup... Devo dire che l’altra sera mi sentivo abbastanza sicuro e anche se il tempo stava scadendo, quello era il tiro da prendere. Altre volte mi sono trovato in situazioni analoghe e direi che siamo “fifty-fifty” quanto a buona riuscita. La prossima volta, dunque, dovrei far centro».

Nel frattempo, quali sono state le principali richieste del vostre coach? «Sin qui si sono focalizzate i princìpi basilari poiché in fondo ci stiamo ancora conoscendo. In difesa esige che si metta molto pressione sulla palla e che ci si parli in continuazione tra noi, mentre in attacco ci chiede in particolar modo di passare il pallone, di creare per i compagni, di non prendere tiri contestati».

Venendo alle caratteristiche proprie di Jenkins, che possiamo dire? «Offensivamente la facilità di tiro è il mio pregio principale ed è una qualità sulla quale faccio molto affidamento anche perché ho lavorato parecchio dapprima per svilupparla e poi per affinarla. Devo, di contro, migliorare nella capacità di saper giocare da play poiché una “combo” quale io mi sento deve saper palleggiare un po’ meglio. In difesa, invece, so tenere bene l’uno-contro-uno sulla palla riuscendo a restare concentrato sia sulla sfera sia sull’uomo. Là dietro, sono molto aggressivo».

L’intervista integrale sull’edizione de La Provincia in edicola mercoledì 25 settembre

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