La normalità va presa a schiacciate
«Per ora c’è il pallone, e non è poco»

Il movimento comasco della pallavolo prova a riaccendere i fari

Tra norme da rispettare, consigli utili e procedure da adottare, anche il mondo della pallavolo prova, passo dopo passo, a tornare alla normalità. Qualcuno, vedi la Virtus Cermenate, ha già portato in palestra più d’una squadra; altre, come i Cacciatori delle Alpi, l’hanno fatto finora per la prima squadra; altre ancora, per la verità molte altre, stanno predisponendo il tutto per farlo quanto prima.

A San Fermo della Battaglia, coach Lorenzo Prina ha ripreso all’inizio di giugno. In palestra non appena possibile, dunque, con la sua serie D, in attesa del camp che inizierà a metà mese per le più giovani.

«Appena è stato dato il via libera – racconta – la società ha predisposto tutto l’occorrente per poter tornare in palestra. Sanificazione locali, palloni, divieto di utilizzo spogliatoi, tutto è stato fatto. Qualche difficoltà ovviamente c’è, ma si può lavorare».

Il post lockdown, peraltro, porterà con sé anche qualche vantaggio: «Le ragazze sono state concordi nell’iniziare, anche perché avevano atteso per molti mesi la possibilità di farlo. In palestra si fanno tutti quei lavoretti tecnici e analitici che durante l’anno si fatica a fare prediligendo le situazioni di gioco. Ora, con il gioco vietato, c’è tempo per puntare su questi aspetti. L’importante – conclude – è riportare le ragazze in palestra, farle almeno toccare il pallone e attendere che sia possibile allenarci con maggior margine d’azione».

A Orsenigo, alla Eldor Briacom è tempo di rimettere in moto il sistema. Gli allenamenti non sono ancora partiti; l’obiettivo, però, è provare a tornare in palestra prima della pausa d’agosto: «Palestre permettendo – dice Marco Frigerio, direttore sportivo della società erbese - potremmo iniziare a fare qualcosa questa settimana; ovviamente dipende anche dai comuni, che devono dare l’ok all’utilizzo degli impianti. Per quanto riguarda le giovanili in queste settimane stiamo organizzando, puramente in modo teorico, e con videocall, i vari gruppi che abbiamo».

Poco meno di 120 le atlete tesserate, un numero consistente di giocatrici che vorrebbero comunque tornare a giocare: «Speriamo anche venga allentato, situazione permettendo, il protocollo della Fipav. Così messo, è abbastanza complicato da seguire», conclude.

Non mancano, inutile nasconderselo, le difficoltà. Questo, al punto che a Cantù, sponda Libertas, si pensa già alla prossima stagione, senza concentrarsi sulla coda di quella chiusa in anticipo a seguito dell’emergenza coronavirus.

«Dal punto di vista giovanile – commenta il tecnico Francesco Bernasconi – non ripartiremo prima di settembre. Abbiamo come molte società il problema dell’utilizzo delle strutture scolastiche che al momento sono chiuse. Se poi aggiungiamo tutte le norme Covid puntiamo e speriamo in una ripresa a settembre».

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