La Torre non pende
«Sono qui per ripartire»

Parla il talento acquistato da Milano: «Toglietemi tutte quelle etichette scomode, a Cantù voglio ripartire da zero»

«Toglietemi tutte quelle etichette scomode, a Cantù voglio ripartire da zero». È quasi una richiesta quella di Andrea La Torre, nuovo giocatore della Red October, che domenica ha debuttato al PalaDozza giocando una manciata di minuti nella sfida persa contro la Virtus Bologna.

Ultimo arrivato, si è liberato dal vincolo con l’Olimpia Milano ed è andato a rafforzare il roster canturino. Con l’obiettivo di un rilancio personale e, nell’immediato, con la voglia di ritrovare ritmo-partita e considerazione. Che, a Milano, non poteva avere: «Lì giustamente giocano i cestisti di Eurolega». Ha ventuno anni e tanta voglia di (ri) emergere. Perché su di lui, quando aveva sedici anni ed era una colonna delle Nazionali giovanili, si è detto e scritto un po’ di tutto. Tipo quell’accostamento scomodissimo a Danilo Gallinari, una cosa che a quell’età ti gasa o ti abbatte: «Come tutti i ragazzi che giocano a basket ho sempre avuto l’ambizione di poter giocare un giorno in serie A, ad alti livelli. Normale no? Un’ambizione che però è sempre stata accompagnata da una pressione eccessiva nei miei confronti, che da ragazzo ho subìto quando le cose non andavano bene».

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