L’abolizione dei vincoli
Una vittoria di Dato

«Siamo stati i primi in Italia nella pallanuoto, a fare concretamente qualcosa in questo senso. Siamo sempre stati convinti che fosse una strada giusta»

«Siamo vicini a una svolta epocale per lo sport». La notizia dell’abolizione progressiva del vincolo sportivo nello sport dilettantistico è una piccola-grande battaglia vinta dalla Pallanuoto Como e dal presidente Giovanni Dato. Fin dalla nascita nel 2015, infatti, Pallanuoto Como ha fatto della mancanza di legami duraturi “imposti” agli atleti per legge un manifesto.

«Siamo stati i primi in Italia nella pallanuoto, a fare concretamente qualcosa in questo senso. Siamo sempre stati convinti che fosse una strada giusta, infatti su questo tema non abbiamo mai avuto ripensamenti in corso d’opera. È successo che qualcuno volesse cambiare società, per svariate esigenze, soprattutto logistiche, ma non abbiamo mai messo in difficoltà gli atleti e le loro famiglie. E questo comportamento ci è stato sempre riconosciuto».

Nella pallanuoto, il vincolo che lega atleta e società comincia con il primo anno Under13 per i successivi otto anni: «È un diritto di tutti, minorenni e maggiorenni dilettanti, poter scegliere il proprio futuro sportivo. Da anni siamo con Damiano Tommasi e varie associazioni che si battono sul tema. Noi abbiamo sempre operato in questa direzione: la libertà è fondamentale ed è strettamente collegata allo sport, e in questo periodo di libertà compresse vediamo quanto sia un bene prezioso. Inoltre, come società, non abbiamo paura che qualcuno sia scontento e voglia cambiare: se dai il massimo, se hai programmazione e lavori con qualità, non devi temere fughe e non devi creare ostaggi. L’assenza del vincolo responsabilizza le società, chiamate a offrire il meglio ai propri atleti».

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