Laboratorio Pgc
«Un Procida per Cantù»

Il patron del Progetto Giovani Cantù, Antonio Munafò, fa il tifo perché si trovi un accordo tra giocatore e società

Chi meglio di Antonio Munafò per parlare di questo momento storico, storico per il basket che dopo la pandemia dovrà provare a ripartire dai giocatori italiani, e per Cantù che dopo alcuni anni (da Abass) potrebbe firmare un contratto professionistico a un altro giovane del vivaio ?

Il patron del Progetto Giovani Cantù, cioè il settore giovanile della Pallacanestro Cantù e uno dei più importanti d’Italia, prova a schernirsi («cosa volete che dica, non ho più voglia di parlare come una volta...»).

Poi però partiamo a bomba da Gabriele Procida, dopo una stagione in prestito dal Team Abc alla serie A. Resterà, andrà via, verrà incassata la clausola da 100mila euro per svincolarlo ? «Innanzitutto – spiega Munafò - abbiamo dato priorità alla Pallacanestro Cantù, come è giusto che sia, per trovare un accordo affinché Procida diventi un giocatore importante, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per il valore che riveste uscendo dal settore giovanile. Se come mi auguro di cuore, Cantù raggiungerà un accordo, è perfetto, e noi passiamo il tesseramento. Non c’è nessun esborso da parte di Cantù. Ci sono degli accordi che riguardano il futuro, se un domani dovesse essere ceduto».

Il Pgc lavora sei-sette anni per produrre un giocatore, e non guadagna niente ? «Non lavoriamo per vendere giocatori, non l’abbiamo mai fatto. Bensì per creare dei giocatori principalmente per Cantù. In seconda battuta contiamo di avere degli introiti, come sta avvenendo, da quei giocatori che dopo lo svincolo vengono tesserati altrove. Discorso diverso per Procida se invece di Cantù arriva un’altra società. Ma non voglio prendere in considerazione questa ipotesi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA