«L’amore e la voglia
sono quelle di sempre»

Intervista con il viceallenatore del Como, Giacomo Gattuso

È quasi un paradosso. Ma praticamente l’unico volto nuovo di questo Como è il suo, quello di Giacomo Gattuso. Viceallenatore.

Che torna nel suo Como, con lo stesso amore e lo stesso attaccamento. Ma con un’altra età. E con la voglia di guardare al futuro, pur tenendo nel cuore il suo passato biancoblù.

Jack, ne è passato di tempo.

Quindici anni. Tanti. Sono quello di sempre, con gli stessi princìpi e gli stessi valori. Ma ho imparato tante cose in più, ho lavorato, ho cercato di migliorare. Adesso posso dire di essere sicuramente una persona completa. Che ha ancora comunque molti stimoli e molta voglia di crescere.

Fa effetto dirlo, ma sei il meno giovane del gruppo.

Eh sì. Ormai gli anni da allenatore hanno superato quelli che ho vissuto da calciatore. E questo lo sento a livello di esperienza. Ho smesso di giocare a 33 anni. Ero alla Canzese, mi hanno detto o vai tu in panchina o ti mandiamo via, non avevo scelta... Scherzi a parte, è andata davvero così. Ma nella mia testa avevo già deciso che questo sarebbe stato il mio mestiere.

Una carriera quasi tutta con i giovani. Non hai mai avuto la voglia di fare un passo più lungo?

Io ho cominciato con i grandi, con le prime squadre, per arrivare ai ragazzi. Quasi tutti fanno il percorso inverso. Ma, e questo tengo a dirlo, è stata una mia scelta. Ho avuto in tutti questi anni diverse richieste, praticamente a ogni stagione. Ma ho sempre preferito restare dov’ero, perché è un lavoro che mi ha gratificato tanto. Io poi ho praticamente sempre avuto la Primavera, o comunque il livello più alto del settore giovanile. È bellissimo portare i giocatori sino alla prima squadra, aiutarli a completare la crescita. Non ho alcun rimpianto.

Adesso sarà un’altra cosa.

E ne sono entusiasta. Avevo fatto una sola volta un’esperienza del genere, come secondo di Discepoli a Novara. Mi ricordava sempre la finale di Verona, quando lui era alla Spal, diceva che avrebbero meritato loro di andare in serie B... A parte questo, è stato interessante ma io ho preferito tornare poi ai miei ragazzi. Adesso invece questa situazione mi stimola tanto.

Che secondo sarai? Attenzione, c’è chi sussurra che potresti essere un pericolo per Banchini, vista anche la tua popolarità tra i tifosi...

Sì, ne ho sentite tante anch’io. E allora voglio dirlo molto chiaramente, a me il ruolo di allenatore della prima squadra non interessa assolutamente. Non sono qui per questo e non lo voglio fare. Oltre al fatto che con il mister ho un ottimo rapporto professionale e umano, mi sembra di conoscerlo da anni. Insieme ci troviamo benissimo, anche meglio di come potessi aspettarmi. A me interessa lavorare in squadra con lui e con il resto dello staff, mi interessa mettere a disposizione sua e del gruppo la mia esperienza e le mie conoscenze, e supportarlo nel suo lavoro.

E poi c’è un ruolo che sarà soprattutto tuo e che ti piace particolarmente.

Esatto. Quello di referente tecnico in prima squadra per il settore giovanile. Diciamo che è uno degli aspetti che più mi hanno invogliato a tornare qui. Seguirò il lavoro dei ragazzi, gli allenamenti, lavorando a stretto contatto con Centi. Un ruolo bello e soprattutto importante.

Banchini è un allenatore studioso e meticoloso. Gattuso che allenatore è?

Anche a me piace informarmi il più possibile, lavorando con i ragazzi di tempo libero ne ho avuto tanto e ho sempre cercato di sfruttarlo. Sono un mister che tiene molto agli aspetti etici e morali dei giocatori, al lavoro di gruppo. E al rispetto assoluto dei ruoli. Per questo non tenderò mai a prevaricare l’allenatore. Ripeto, se avessi voluto avere una prima squadra l’avrei fatto. Sono qui per fare esattamente quello che sto facendo, non potrei chiedere di meglio.

Tatticamente avete idee simili.

Sì, ci intendiamo anche da questo punto di vista. Io per tanti anni ho giocato con il 3-5-2, e poi con il 3-4-3, cioè il modulo su cui si sta lavorando adesso. Abbiamo una visione molto simile. In questi mesi ho seguito bene il Como, e i suoi giocatori. Ho cercato di approfondire il più possibile la conoscenza delle loro caratteristiche. Adesso mi sento al posto giusto. Perdipiù, inutile dirlo, nella squadra di cui sono tifoso. Con tanti anni ed esperienza in più, ma con l’amore e la voglia di sempre.

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